Si è attivata la clausola del riscatto obbligatorio del cartellino dell’attaccante dall’Atalanta. A Empoli è stato l’ultimo a mollare
Doveva andare esattamente così, ma poteva andare molto meglio. Duvan Zapata da ieri sera è a tutti gli effetti un giocatore del Torino. La partita di Empoli è stata infatti la condizione che ha permesso ai granata di esercitare l’obbligo di riscatto da 8 milioni verso l’Atalanta per assicurarsi il suo talismano. Bastava una partita ad aprile. Una strana clausola. Una sottovalutazione un po’ fredda e distaccata di un giocatore così cruciale per le sorti di un Toro che invita con puntualità a illudersi ma con un certo tatto. La sensazione era simile a quella di una festa di compleanno, tra l’altro recentemente festeggiato da Zapata. Un giorno da ricordare, da condividere insieme agli affetti più cari. Dall’altra, la constatazione che il tempo passa. Un po’ malinconico, no? A passare questa volta di fronte a Duvan e ai suoi sgherri potrebbe essere il treno per l’Europa. Un sabato sera quasi paradossale per un Zapata ora a tutti gli effetti leader, con nessuno spiraglio di “tradimento”.
Rovinata la festa
Due gol, di potenza: come lui ci ha ormai abituato, sul piano fisico e soprattutto delle letture. Quello del momentaneo 1-1 appartiene a quest’ultima categoria. Da quel corner dà quasi la sensazione di conoscere prima di tutti il disegno di Vojvoda. Deve abbassare quel tanto che basta il capo, mentre Luperto ci si aggrappa, come a una speranza. Il bis personale è invece Duvan al cubo. E’ lui ad aprire per Bellanova, è di nuovo lui poi a ribadire con la rete il sodalizio, degno dei grandi duo. Smith & Wesson per le difese avversarie, con Zapata il cui fisico scolpito da statua, a priori pesante a posteriori olimpionico, tendente alla Nike di Samotracia, a mettere le ali a un Toro che ieri sera invece gliele ha tarpate. E’ stato perfetto, quasi puntiglioso nel rendere questa nottata memorabile. Invece molti invitati al suo party, al battesimo da giocatore del Torino, non hanno badato ai dettagli. Un peccato, che rischia di costare caro. C’è poco da dire a un esemplare Zapata. Lui ha dato tutto, ma non è bastato.
Zapata, ora il derby
Ed eccoci al derby, alla maledizione da scacciare. Zapata sarà il cavallo di Troia con dentro gli altri. 1 più 10, che fa 11 come i gol messi a segno finora nella sua nuova dimora, dove sembra ci sia sempre stato. Dove già è uno che con le sue impronte lascia orme da seguire. “Senza dubbio è il miglior attaccante da quando alleno”, ha detto Juric dopo la deludente gita del Castellani. Un bel riconoscimento, per un Zapata ora pienamente calato nel contesto granata e chiamato a mostrare ancora, da qui in avanti, gli artigli della pantera.
Sicuri che vuole restare??
Caro Duvan un attaccante come te non lo avevamo mai avuto,peccato non avere una macchina del tempo….
Sono con te James,il problema,ammesso che si riuscissero a vendere,è che abbiamo un ds ed un presidente che di calcio non capiscono e rischieremmo di acquistare altre ciofeche