Il croato ha partecipato a sole 5 reti dei granata. Con i saluti di Juric probabilmente anche lui imiterà il tecnico connazionale
“Il mio unico desiderio era tornare in granata e ci sono riuscito. Mi hanno dimostrato di volermi tanto e l’anno scorso mi hanno restituito la voglia di giocare a calcio. Mi manca l’Europa? La cosa più importante sono le mie emozioni. Questa squadra ha margini di miglioramento, è bello sentirsi coinvolti nel progetto”, parole di Nikola Vlasic risalenti allo scorso 17 agosto, quando il croato è approdato nuovamente sotto la Mole. A distanza di quasi nove mesi, quindi a stagione ormai praticamente conclusa, molto nel suo stato d’animo è sicuramente cambiato. La “voglia di giocare a calcio” è andata un po’ a sfibrarsi, sicuramente, se si traduce questa affermazione in un impigrimento delle sue qualità tecniche, di un estro in cui la società aveva scommesso. Letteralmente, perché i 12.8 milioni finiti nelle casse del West Ham ad oggi sanno tanto di una puntata andata male. E sulla frase “questa squadra ha margini di miglioramento” si può discutere, ma sicuramente uno dei motivi per cui il Torino deve abbandonare gli obiettivi di campionato a quattro giornate dalla fine molto è dipeso dalla mancata evoluzione di Vlasic.
La difficoltà a ripetersi
Nikola Vlasic era reduce da una buona prima stagione in granata, da giocatore in bilico in termini di futuro. Il croato doveva ritrovarsi dopo l’amara esperienza in Premier. Quel giocatore svolazzante, tutta qualità visto al CSKA Mosca non era più lo stesso e per ritrovare energie positive il Toro appariva la piazza ideale. Dalla sua parte un tecnico come Juric proveniente dalla stessa città di Vlasic, Spalato. Un connubio che gli avrebbe garantito responsabilità e anche qualche carezza. La scorsa stagione era iniziata al massimo, poi qualche scoria delle fatiche del Mondiale lo aveva condotto a un calo nelle prestazioni. I numeri però sono stati sicuramente il biglietto da visita per l’investimento estivo poi effettuato dal Torino la scorsa estate. 5 gol e 6 assist, inutile dire che il sequel non sia stato all’altezza della prima uscita.
Vlasic, l’incompiuto
Vlasic, dopo questa stagione, rischia di collocarsi nel girone degli incompiuti, con cui il Torino anche in questa annata ha avuto a che fare. Conclamato lo status da eterna speranza di Radonjic, in pochi si aspettavano che anche il croato potesse entrare in questa scomoda come allo stesso tempo eccitante (forse più ai posteri che per chi vive il presente) categoria. La sua discontinuità è stata l’unica costante di questo suo cammino stagionale, contraddistinto finora da 3 gol con Sassuolo, Napoli e Udinese e 2 soli passaggi vincenti. A influenzare il suo rendimento sicuramente gli acciacchi fisici di inizio stagione. Senza dimenticare il diverso contesto tattico in cui è stato inserito. Quest’anno si è ritrovato infatti ad avere molte più responsabilità dal cambio di modulo in poi, che lo ha reso di fatto trequartista unico con più compiti anche in fase di non possesso, ma ciò non possono essere gli unici motivi che spiegano la sua mancanza di creatività, ovvero quello che il Toro non aveva messo in preventivo della versione Vlasic 2.0.
Se Juric va, Vlasic….?
Nell’ultimo tratto di stagione in cui il Torino sembrava davvero in corsa per l’Europa, si è visto sicuramente un po’ più di Vlasic. Contro l’Udinese il primo segnale, con il gol che poteva rinvigorire una stagione fino a quel momento opaca. Anche durante la sosta ha mandato segnali importanti, ritrovando una rete con la maglia a scacchi della Croazia che gli mancava addirittura dal 2021. Prestazioni che sono anche valse gli applausi di Luka Modric, leggenda e mentore della sua generazione di calciatori croati. Dal rientro al Filadelfia però la sua luce si è di nuovo gradualmente affievolita, fino a una sorta di blackout nelle partite in cui Vlasic, da potenziale leader tecnico della squadra di Juric, avrebbe dovuto caricarsi i compagni sulle spalle in partite difficili e in cui sono mancanti con evidenza gli spunti che te le fanno vincere. Col Frosinone una gara a due volti, come è capitato spesso. Un primo tempo condotto con intraprendenza prima di una pausa durata quarantacinque minuti, corrispondente con l’intera ripresa del match con i ciociari. Con l’Inter stessa trama, in una partita in cui nessuno con un po’ di senno gli chiedeva di incidere, in cui il Toro doveva essere ed è stato spettatore della festa. Dalla sua un buon dato (97%) sulla precisione dei passaggi e due sole conclusioni. E chissà se ci sia avvia anche alla conclusione del rapporto da Vlasic e il Torino. L’addio quasi certo di Juric sembra condurre verso tale scenario.
Giocasse nel suo ruolo come Ricci d’altronde
Secondo me è un buon giocatore, lo vorrei vedere a centrocampo circondato da gente capace
È un bravo giocatore, non è un trequartista con caratteristiche molto offensive, deve giocare laterale alto ed aiuta sia in fase offensiva che difensiva. Quest’anno ha fatto un ruolo non suo perché non avevamo il trequartista, le squadre bisogna costruirle bene altrimenti si fanno brutte figure. Non abbiamo bisogno di… Leggi il resto »