Un successo sporco, sofferente, merito anche di due attori protagonisti in forma smagliante. Così il tecnico ha conquistato il ‘green carpet’ lagunare

Era dal 14 ottobre del 1962 che il Torino non tornava a casa con i tre punti da una trasferta di Serie A in Laguna. Altri tempi, altro Toro: quello dello sfortunato Beniamino Santos, scomparso poi due anni più tardi a La Coruña, in un incidente stradale. Quasi segno premonitore di quello che poi accadrà, nella notte torinese del 15 ottobre ‘67, al suo giovane pupillo ai tempi del Genoa: Luigino Meroni.

Quel match di 62 anni fa fu deciso all’ora di gioco da Enrico Albrigi e già all’epoca gli italiani contemporanei del ‘boom economico’ si erano visti rappresentare sul grande schermo da una sfilza di capolavori. Uno di questi fu ‘La Notte’ di Michelangelo Antonioni, uscito nel 1961 e riproposto venerdì sera (per la sezione ‘Venezia Classici’ dell’81esima Mostra del cinema in scena in Laguna) all’orario delle 21.30: qualche manciata di minuti più tardi dal fischio finale comandato da Marcenaro, avvertito sulla sola isola di Sant’Elena.

Vanoli voleva vincere a tutti i costi

Quello di venerdì non sarà stato un Toro bello e impossibile come i protagonisti della pellicola, facente parte della cosiddetta ‘trilogia dell’incomunicabilità’ del regista ferrarese (vale a dire Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau e Monica Vitti), ma trionfante nella sofferenza. Uno specchio “dei valori del nostro club”, come ha poi aggiunto Vanoli, in una serata in cui è mancata sicuramente lucidità, ma da cui il tecnico voleva a tutti i costi uscirne vincitore, per replicare le belle sensazioni della notte di qualche mese addietro, quando il Penzo festeggiava il ritorno in massima serie.

Che dire: il mister, volente o nolente, ci è riuscito, aggrappandosi all’ultimo spiraglio a disposizione. Prima ci ha voluto mettere del suo, sbaragliando il tavolo, sostituendo un Ricci incredulo della chiamata alla lavagna per spedire sul terreno di gioco Sanabria e così sperimentare un inedito tridente pesante. Questo prima di tornare sui suoi passi, con Tameze a irrobustire la mediana per uno scarico Ché Adams. “Sono abituato a risolvere i problemi”, ha affermato l’allenatore granata in conferenza stampa. Ed è un attimo passare da Mr. Vanoli al Mr. Wolf di ‘tarantiniana’ memoria. Ma venerdì sera è stato ancor più chiaro che ‘Better Call Saul’.

Non svegliate il Toro dal sogno

La Laguna, nella giornata di venerdì, ha accolto le star hollywoodiane Angelina Jolie, Nicole Kidman, Cate Blanchett, ma per quanto visto al Penzo, Saul Coco ha assunto – solo per una notte, sia chiaro – lo stesso livello di brillantezza. L’ex Las Palmas ha condiviso la Coppa Volpi al miglior attore protagonista con Vanja Milinkovic-Savic, che la sua di notte l’ha trascorsa in bianco, a reti bianche, dopo essersi immolato sui tentativi di destro a giro di un ispiratissimo Hans Nicolussi Caviglia.

Il Leone d’Oro non può però che andare al regista. A quel Paolo Vanoli che ci ha tenuto a ringraziare “gli attori” dell’indimenticabile set durato un anno e mezzo sulle sponde adriatiche, prima di godersi la notte tra i canali tinti di granata e, soprattutto, trascorsa in vetta alla classifica. L’avrebbe mai immaginato il buon Vanoli, al cospetto delle prime tre uscite in Serie A della sua carriera? E’ solo un sogno? Non è che qualcuno lo estrarrà delle nostre menti come in ‘Inception’?

Paolo Vanoli, head coach of Torino FC, looks on prior to the Serie A football match between Torino FC and Atalanta BC.
TAG:
home

ultimo aggiornamento: 01-09-2024