Nonostante il periodo negativo, la panchina del tecnico non è al momento in discussione. Anche lo spogliatoio è dalla sua parte
In altri tempi ma con lo stesso presidente, Vanoli non sarebbe stato altrettanto certo di essere ancora l’allenatore del Torino. Il Cairo “mangia-allenatori” dei primi anni della sua gestione, quando De Biasi e Novellino continuavano ad allenarsi e in mezzo passavano anche altre allenatori, è soltanto un ricordo, il massimo dirigente ha imparato ad avere pazienza con gli allenatori, specialmente con quelli che sono amati dalla piazza, come lo è appunto Vanoli. Per questo la sconfitta nel derby non avrà conseguenza sul futuro del tecnico.
Vanoli: “Presidente e direttore mi sono vicini”
“Se sento la fiducia della società? Sicuramente sì, direttore e presidente mi sono vicini”, ha spiegato il tecnico a fine partite. Vanoli ha poi ricevuto anche il sostegno pubblico di Linetty, non un calciatore qualsiasi ma il vice capitano della squadra, che è stato promosso a capitano in campo dopo l’infortunio di Zapata. “Noi siamo con il mister, non può essere data la colpa a lui per queste sconfitte. La colpa è nostra”, ha spiegato il centrocampista, parlando in questo caso anche a nome dei compagni, come quel “noi” testimonia.
Vanoli cerca le soluzioni per uscire dalla crisi
Certo ora il tecnico dovrà trovare la soluzione giusta per risollevare un Torino che ha perso sette delle ultime otto partite (considerando anche la Coppa Italia). Avere giocatori e dirigenti al proprio fianco è certamente un vantaggio, perché la compattezza della società in una situazione difficile come lo è l’attuale è senza dubbio qualcosa di fondamentale. Vanoli, pur essendo ancora all’inizio della propria carriera da allenatore, ha dimostrato di avere la personalità e le conoscenze necessarie per uscire da una situazione come questa: ora tocca a lui fare le proprie mosse e non sbagliarle se non vorrà correre il rischio, nelle prossime settimane/mesi di iniziare a sentire scaldarsi la panchina dove normalmente siede.