Il tecnico non ha avuto molto tempo a disposizione con i nuovi arrivati. Ora si trova in una fase di pura sperimentazione
La delusione per la prematura uscita di scena dalla Coppa Italia deve “tradursi in energia positiva”. Questa la prerogativa di Paolo Vanoli alla vigilia dell’incontro con la Lazio dell’ex compagno ai tempi di Verona, Marco Baroni. Guardare la classifica potrebbe in questo senso aiutare ma, come ci tiene a ribadire lo stesso Vanoli, la strada è ancora parecchio lunga e c’è ancora più di qualcosa da amalgamare. Ancora il Toro non presenta un undici titolare codificato. Il mister è chiamato, infatti, a sciogliere diversi nodi, con una particolare attenzione per la difesa. “Ora che siamo al completo pian piano voglio lavorarci e capire quali sono le caratteristiche, ora toccherà a me lavorarci“, ha detto Vanoli in conferenza, in merito alla situazione del reparto arretrato.
Maripan e Walu sul gong
Naturale sia così. Lo scorso 25 agosto, per la gara contro l’Atalanta, Vanoli poteva contare 7 difensori: 3 di questi titolari (Coco, Masina e Vojvoda, in quell’occasione schierato esterno) più l’adattato Tameze, e i 3 restanti in bilico tra la permanenza e un periodo da fuorisede (Dellavalle e Sazonov) e una continua spola tra prima squadra e Primavera (Bianay Balcot). Poi, finalmente, al fotofinish della sessione estiva di mercato, sono approdati i tanti attesi rinforzi, anche se per Maripan e Walukiewicz, il soggiorno a Torino, in quei giorni, rappresentava una tappa di passaggio prima di unirsi alle rispettive nazionali.
La pausa ha ostacolato il lavoro sul campo
Così Vanoli ha dovuto dilatare ancor di più il tempo che intercorreva dal 12 agosto scorso, data del suo 52esimo compleanno, e il frangente in cui poteva finalmente scartare i regali promessi. Dall’irruzione in borghese sul terreno del Grande Torino, il giorno delle visite mediche dei due centrali, all’effettivo lavoro sul campo adiacente del Filadelfia, sono trascorse poi quasi due settimane, in cui Vanoli è rimasto praticamente a secco di informazioni relative ai suoi nuovi innesti. La difesa, infatti, contro il Lecce, è rimasta quella collaudata da Pinzolo in avanti.
L’inserimento e le assenze forzate
Il report medico, che a fine partita con i salentini raccontava degli infortuni di Vojvoda e Coco, ha poi sì privato il mister in vista di Verona di due giocatori adepti ai suoi principi, ma ha assunto anche le vesti di un’opportunità per velocizzare l’inserimento di chi era oggettivamente più indietro. E così, sotto i riflettori del Bentegodi, Vanoli ha potuto trarre le prime considerazioni su Walukiewicz e Maripan, insieme all’inamovibile (più che altro per lacune di mercato) Masina. Se la Coppa Italia poteva essere occasione per rifiatare, lo è stata sì per l’italo-marocchino, non per gli altri due, riproposti in compagnia di Coco, nella posizione inedita di braccetto di sinistra.
Gli esperimenti in Coppa
La gara di martedì ha confermato come la difesa attualmente non sia più un cantiere aperto in termini numerici, ma totalmente sul piano dei concetti e dell’affiatamento tra i compagni. Up and down fanno parte del gioco e colpiscono tutti: dall’intero sistema ai singoli. Da venerdì a martedì, è il lasso di tempo in cui, per esempio, Walukiewicz ha saputo offrire una prestazione solida a Verona per poi avere più di qualche colpa sulla rete che ha sbloccato l’incontro con l’Empoli, dove c’è stato il tempo anche per provare un inedito Borna Sosa braccetto di sinistra.
Lavori in corso
Dimostrazione di come sia tutto in divenire e che con Coco, già rientrante con i toscani, e Vojvoda ristabilito, e l’aggiunta dei primi spunti degli ultimi arrivati, del domani non ci sia più che mai certezza. Figuriamoci dare uno sguardo a data da destinarsi, quando un certo Perr Schuurs busserà timidamente alla porta, con tutte le intenzioni di riprendersi un ruolo cruciale, sia tecnico che emotivo, nel contesto granata.