Dopo i 7 gol nelle ultime 3, il mister lavora per trovare una quadra: l’Inter non rimane a secco in casa dal 2015
Due passi falsi consecutivi, dopo aver trascorso una settimana in vetta solitaria come non accadeva dal lontano febbraio 1977, invitano ancor di più al silenzio, accettando, tra le mura e i palazzi attorno al Filadelfia, i soli rumori dei palloni calciati e le indicazioni di Paolo Vanoli. Il mister, che non ha mai fatto proclami d’alta classifica e ha sempre ricordato come la sua squadra non fosse ancora a sua immagine e somiglianza, ora più che mai cerca dai suoi i fatti, tralasciando ancora per il momento le parole Europa o chissà quali altri obiettivi. Si prospettano settimane di duro lavoro, volte a risolvere le criticità emerse con forza negli ultimi due impegni. Una su tutte, la fragilità difensiva, che già da ben prima dell’inizio del campionato destava più di qualche preoccupazione.
Questione di tempo?
Dalle ultime tre partite, i granata sono usciti con meno certezze riguardo la fase difensiva, incassando sette reti. Servirà qualche correzione per avvicinarsi alla solidità raggiunta al terzo anno del ciclo Juric, quando però l’altra faccia della medaglia era una presenza offensiva più sporadica. Vanoli, a questo punto, è alla ricerca dell’equilibrio, ma soprattutto degli uomini più adatti per alle sue idee. È vero che stiamo assistendo a un cambio di filosofia, dalla difesa a uomo a quella di reparto, ma è altrettanto vero che essa si deve adattare alle caratteristiche di chi poi, dallo studio, passerà alla verifica sul campo. Ed è ancora più fattuale che a nessuno piacciono le interrogazioni a sorpresa. Serve un certo periodo di tempo, di applicazione, per farsi trovare pronti. Tempo che a Vanoli non è stato concesso adeguatamente.
Difesa sperimentale
Dal 17 luglio, ossia il giorno in cui il Torino ha viaggiato in direzione Pinzolo, alla data del 30 agosto, quando la società ha ufficializzato gli acquisti di Walukiewicz e Maripan, sono passati 44 giorni. In questo arco di tempo, il mister è stato costretto a lavorare sempre con gli stessi, elevando due esperimenti, Masina e Vojvoda, a certezze e con il solo Coco, come per magia, emerso dal cilindro dei nuovi arrivati. A fare da contorno, giocatori o in partenza o non abbastanza pronti per quel livello. Soltanto dopo la prima pausa per le nazionali, Vanoli ha potuto davvero esercitarsi con tutti gli uomini a disposizione, eccetto il braccetto di sinistra che avrebbe garantito un po’ di riposo a un Masina imprescindibile, ma solo per carenze di organico. Probabilmente, i suoi veri test preparatori, il Toro li sta disputando ora, quando ormai non si può più sbagliare. Il tempo e la conoscenza reciproca dovrebbero lenire la ferita, mentre sta a ogni singolo prevenire la sequela di errori individuali, anch’essa altrettanto preoccupante.
L’opzione a quattro
Il mister sarà dunque pienamente immerso nel cercare di trovare il terzetto o le precauzioni migliori per affrontare l’Inter. Di certo, dopo una prestazione come quella con la Lazio, non sorprenderebbero delle modifiche. Tuttavia, non stupirebbe nemmeno se il mister decidesse di dare continuità a Vojvoda, Coco e Masina, che hanno comunque già un trascorso all’insegna della continuità. Farebbe notizia sicuramente un Toro schierato a quattro, con i terzini più vicini ai centrali (ma è una delle soluzioni, magari da studiare anche durante la pausa). Comunque vada, siamo al limite di una missione impossibile, visto che a San Siro l’Inter non si prende una pausa sul piano offensivo, contro i granata, dal 25 gennaio 2015: 0-1, rete di Moretti al 94′.