Il centrale brasiliano si è rivelato fondamentale: prestazioni convincenti e miglioramenti costanti rendono il reparto molto più sicuro con la sua presenza

Quanto manca Leandro Castan al Toro. Gli sono bastate sette gare su undici di campionato per dimostrarlo. E per dimostrare, soprattutto, di essere sulla buona strada per tornare quello di Roma, prima dell’operazione alla testa che lo ha portato lontano dai campi da gioco per diverso tempo. A dimostrarlo sono i numeri, prima ancora che le sensazioni.

Con lui in campo, infatti, il Toro ha perso una sola volta sulle tre sconfitte sinora subite: era a Bergamo, e i granata, probabilmente più brutti ancora di quelli visti a “San Siro” contro l’Inter, tornarono a casa con un bruciante 2-1 da parte dell’Atalanta di Gasperini, che cominciava a dare segni di ripresa. Ma la retroguardia si stava ancora assestando: era appena arrivato Hart tra i pali e gli stessi giocatori dovevano ancora conoscersi appieno. Proprio con la Roma fu la svolta: per il Toro, certo, ma anche per la difesa stessa, che proprio in Castan ha trovato il suo leader.

Non è casuale, infatti, che su sette partite il Toro abbia subito 8 gol con il brasiliano titolare, a differenza dei nove in quattro gare, moltissimi, incassati dai granata senza il classe ’86. Numeri impressionanti, che certificano come la presenza del giocatore in campo possa fare la differenza a tutti i meccanismi difensivi della squadra. La prova si ha nelle prestazioni di Rossettini, il cui rendimento con Castan è sufficiante, a differenza di quello in tandem con Moretti (un solo punto in tre gare: tra Milan-Toro, Inter-Toro e Udinese-Toro).

Il centrale brasiliano si accinge a tornare in campo, e contro il Cagliari, nell’anticipo di sabato prossimo alle ore 18.00, conta di partire titolare e riprendersi il posto sul centro sinistra. Con lui, il Toro può fare la differenza. Mihajlovic e i tifosi lo attendono con impazienza.