Il momento no della squadra fa arrabbiare Belotti: l’attaccante deve essere bravo ad incanalare questa rabbia e trasformarla in riscatto

La rabbia, quella agonistica, spesso lo ha portato a risolvere quasi da solo i problemi del Toro: è una caratteristica che da sempre ha contraddistinto un lottatore come Belotti. Trascinatore e grande artefice della classifica dei granata: senza di lui è facile immaginare come se la passerebbe la squadra di Mihajlovic. La rabbia di Empoli no, quella non ha avuto il solito effetto. Alle sue scenate (seppure contenute) i tifosi non erano abituati: è chiaro che l’attaccante non aveva ancora digerito l’episodio del rigore al Milan battuto da Ljajic per reagire in modo così nervoso e rabbioso nei confronti di Falque.

Questo Belotti è “dannoso” al Toro ma soprattutto dannoso a se stesso: ha lavorato sodo per diventare mister 100 milioni, per essere il simbolo di questo Toro, il futuro anche della Nazionale. Fa notizia il fatto che l’ultimo ad arrendersi, il più generoso, sia ora nella lista dei più nervosi. Il gruppo ha bisogno di ritrovarsi e di una vera scossa che solo i giocatori di maggior carisma possono dare.

Trasformare quell’urlo di rabbia in urlo di riscossa: se lo augura chi ancora crede che la stagione non sia finita, Europa o no. E se lo augura Belotti, che in questi mesi sta costruendo parte del suo futuro: i gol, il meritato contratto, la clausola, e i nuovi gol a conferma della bontà dell’investimento fatto. Dalla riscatto di Belotti può passare anche il riscatto del Toro.