Torino, tra vecchio e nuovo: l’emergenza riporta al 4-3-3

Senza Belotti, Mihajlovic deve studiare soluzioni alternative: già provato il centrocampo a tre, oggi con il Casale il Torino potrebbe tornare alle origini

Tra giocatori assenti per gli impegni in Nazionale e infortunati, il Torino che oggi affronterà il Casale nel test di allenamento in programma alle 15.00 al Filadelfia sarà non poco rimaneggiato. E se si aggiunge che pure chi più di tutti scalpita per esordire, cioè Sadiq, ieri ha svolto una seduta a parte, si rende ancora più difficile la possibilità per Sinisa Mihajlovic di tentare dei test in allenamento, che possano capire come l’attacco potrà essere ridisegnato data l’assenza di Belotti. Una mancanza pesante, non c’è che dire, che lascia il Toro probabilmente non ancora in grado di rimpiazzarlo senza dover modificare il proprio modulo: Sadiq, infatti, sembra ancora molto acerbo (“ma è cresciuto” garantisce Mihajlovic), e Boyé e Berenguer non danno ancora le garanzie che il tecnico si aspetta.

Morale? Il tridente Ljajic, Falque e Niang prima punta sta diventando un’ipotesi sempre più concreta, e con essa anche il centrocampo a 3 che, nello schieramento comunque offensivo disegnato da Mihajlovic, già l’anno scorso deliziò i tifosi ma, al contempo, portò anche a cocenti delusioni. Rispetto al 4-2-3-1, gli equilibri sembravano meno consolidati: il Toro con il modulo dello scorso anno subiva più gol (non esponenzialmente di più, è bene ricordarlo), ma ne segnava anche molti di più, esaltando le doti da finalizzatore di Belotti. Ed è curioso che proprio a causa dell’assenza del Gallo, a quel modulo si possa tornare.

D’altra parte, Valdifiori ha recuperato ed è in uno stato di forma sicuramente migliore rispetto ad Acquah e Obi: con Baselli e Rincon avrebbe la possibilità di mettersi in mostra, permettendo al ghanese di recuperare senza troppo affanno e sopperendo all’assenza ancora lunga del senegalese. Contro il Casale, pur se al netto delle assenze, qualcosa Mihajlovic proverà: il ritorno al 4-3-3 stuzzica l’allenatore, che in una situazione di emergenza potrebbe decidere di ripararsi nello schieramento che sembra conoscere meglio. I rischi già si conoscono, le doti pure. Il centrocampo a tre, in casa granata, è pronto per essere rispolverato.