Sei rigori concessi nelle ultime sei partite, tutti realizzati: ma fino a Salerno nessun penalty fischiato ai granata
Un finale di stagione in crescendo per il Torino di Ivan Juric. Quando tutto portava a pensare a una formazione granata priva di stimoli e motivazioni, il campo ci sta raccontato ben altro. Un Toro affamato. Voglioso di confermare la crescita di questa stagione, raggiungendo il risultato tangibile della parte sinistra della classifica. Un traguardo da non sottovalutare per chi considera più globale dare uno sguardo all’indietro, a un nefasto punto di partenza. Un upgrade che forse sta facendo vedere i suoi frutti migliori in quest’ultime battute di campionato. La squadra mostra un maggiore affiatamento e soprattutto un minimo di consapevolezza sulle qualità che, non saranno attualmente da treno Europa, ma richiedono attenzione per la costruzione della prossima annata. Il positivo ultimo scorcio di campionato si spiega anche con la crescita esponenziale di un fattore che in uno sport come il calcio è letteralmente tutto o qualcosa di simile: i gol a favore. I granata non si stanno affatto risparmiando. Tre reti ieri, quattro a Bergamo. Segnali da non trascurare in un rush finale che si contrappone a una stagione in cui la mancanza di costanza alla voce gol si è fatta sentire e non poco. Complice anche un altro fattore da considerare, soprattutto in epoca di Var.
Da Salerno a Empoli, un Belotti infallibile
Il Toro e i calci di rigore apparivano due linee parallele impossibili da fare in qualche modo incontrare. Quasi una scena fin troppo passatistica vedere un arbitro indicare il dischetto dell’area di rigore assediata dai granata. Così fino alla 31^ giornata. Il primo penalty a favore arriva in pratica a campionato concluso, almeno per quanto riguarda le ambizioni stagionali. A Salerno si apre un cerchio, che si congiunge alla giornata di ieri e che, a questo punto, si spera possa allargarsi. Il primo tiro dagli undici metri di questa annata lo mette a segno il Gallo Belotti. Decisivo, in quanto l’unico timbro utile a consegnare i tre punti alla formazione ospite. Al Castellani ancora il capitano. Due marcature su tre da rigore. Niente da fare per il portiere empolese Vicario, nonostante avesse intuito l’angolo in entrambe le occasioni. Il Gallo è anche quest’anno in corsa per la doppia cifra e il pallone ha seguito la rapidità con cui vuole togliersi l’ennesima soddisfazione da bomber puro.
Sasa un degno sostituto
Nell’ultima settimana, complice l’assenza del numero nove, il testimone lo aveva raccolto Sasa Lukic, mettendo a segno quattro dei cinque gol personali della stagione. Tre dagli undici metri di distanza. Con lo Spezia il suo rigore ha costruito le basi per la vittoria per 2-1, frutto anche di un’altra sua rete. A Bergamo i due centri dal dischetto valevano il controsorpasso sul 2-3, prima dell’illusione data dall’autogol di Freuler e i beffardi acuti successivi dei due atalantini Pasalic e Muriel. Le ultime settimane ci stanno quindi raccontando di come i rigori pesino e non poco sull’economia di un’annata. Chissà di cosa staremmo parlando se il Toro avesse potuto usufruirne prima che si limitassero gli orizzonti di classifica. Anche perché i giocatori granata si stanno rivelando dei cecchini infallibili. Sei su sei fino a questo momento. Unica squadra della parte sinistra della classifica ad aver centrato il 100% delle opportunità dal dischetto. Freddi e cinici i granata quando si presentano nel faccia a faccia coi portieri avversari. Segno anche di carattere e di come si lavori per farsi trovare pronti nei momenti decisivi, al massimo delle condizioni fisiche e psicologiche.