Il centrale ex Genoa ha offerto contro i nerazzurri una prova impeccabile. Mihajlovic elogia la sua esperienza: “Meritava di giocare”
“E’ un leader naturale”, Mihajlovic dixit. Effettivamente non servivano parole troppo diverse per descrivere l’esordio di Nicolas Burdisso in maglia granata. Era stata sorprendente, nonostante le indiscrezioni della vigilia puntassero esattamente in quella direzione, la sua presenza nell’undici titolare di San Siro. Ma il numero 13 “meritava di giocare – ha proseguito il tecnico granata nel dopopartita –, ero convinto che avrebbe fatto bene”. Previsioni perfettamente confermate. A prendere il controllo della retroguardia, Burdisso ci mette pochi secondi. Palla tra i piedi e braccia aperte per dare immediatamente indicazioni ai compagni. Il duellante di turno, Icardi, non è in giornata, e si vede. Ma il difensore ci mette certamente del suo. Anticipi puntuali, chiusure provvidenziali; e non solo ai danni del centravanti. Nei primi minuti difficili di Ansaldi, infatti, è bravo a correre spesso in suo aiuto per arginare la verve di Candreva.
Davvero limitate le sue responsabilità sul gol nerazzurro che nasce da un errore a sinistra ed è propiziato da due grandi giocate: il cross improvviso di Perisic e l’intuizione di Icardi, bravo a servire Eder praticamente ad occhi chiusi. A Burdisso sarebbe servito un mezzo miracolo per fermare tutto, a N’Koulou forse qualcosa di meno per accorciare su Eder. Sottigliezze, però, che in un due contro due nell’area piccola sono assolutamente comprensibili. Tanto più che quella del 79° è stata una delle poche iniziative pericolose dei nerazzurri in area di rigore. Colpa, o merito, dei vecchi (ma fin troppo attuali) problemi dell’Inter, che tra le prime della classe è quella che fatica maggiormente a colpire, ma anche di un ritrovato spirito granata. E il “leader” Burdisso, in questo, ha contribuito in modo fondamentale. Moretti continua a garantire solidità, ma giocare tutte le gare inizia a risultare difficoltoso, Lyanco aspetta ancora la miglior condizione dopo l’infortunio. E allora, nell’attesa, il Toro scopre il colpo silenzioso (e sorprendente) del suo mercato.
ma pensate che insegnando i “movimenti” diventano dei campioni? E’ l’istinto, la velocita’ di pensiero, la potenza atletica che ci vuole. A proposito di fenomeni della panchina, Gasperini ha sbagliato spartito ieri?
Ci vogliono entrambi. L’anno scorso non c’era nulla, nè la qualità nè gli insegnamenti. Quest’anno siamo nettamente migliorati dietro, nessuno parla di campioni, ma sicuramente giocatori migliori. Ma mancano sempre i movimenti.
Gasperini e l’Atalanta non possono reggere due competizioni, sembra evidente
Al 10 minuto, azione fotocopia dell’anno scorso al 90simo. Icardi al limite dell’area, si gira e tira. L’anno scorso, con Rossettini, tira liberamente sotto la traversa e segna il gol vittoria. Quest’anno con Burdisso, murato. E Rossettini ribadì il gesto anche contro Zampagna, a Torino. Qui è questione di fondamentali.… Leggi il resto »
Esattamente
in area bisognerebbe marcare a uomo,invece almeno un centrale va a zona,ieri N’Koulo,con la Samp Moretti,risultato ieri Burdisso tra icardi ed eder,con i liguri Barreca tra zapata e quaglia ad esempio…e pure sui corner