Tifosi granata e rossoneri ai ferri corti con società e squadra. I risultati pesano sul Milan, sul Torino più l’aspetto morale
La prossima gara tra Torino e Milan metterà di fronte due squadre che per un motivo o per l’altro non stanno affrontando un periodo particolarmente idilliaco sul piano ambientale. Entrambe le squadre sono infatti alle prese con la contestazione da parte dei tifosi. Non il miglior clima per affrontare le ultime due uscite di campionato dove il Toro si gioca le residue speranze di qualificazione in Europa contro un Milan che non ha più nulla da chiedere al proprio campionato, se non giocare per onorare i propri sostenitori particolarmente delusi dal finale di stagione contrassegnato dall’eliminazione dall’Europa League per mano della Roma e dall’umiliazione del derby con l’Inter, che ha condotto lo Scudetto – e dunque la seconda stella – sull’altra sponda del Naviglio.
Milan, dura reazione dopo il derby
Come già anticipato, il clima è diventato torrido dalle parti di Milanello già dalla sconfitta dell’Olimpico di Roma, in cui la tifoseria più accesa dei rossoneri ha invitato i giocatori a tirare fuori gli attributi in vista del derby della Madunina, dove il Milan si presentava con una striscia di cinque passi falsi consecutivi. Lunedì 22 aprile, a San Siro, non solo dunque si è protratto il dato negativo nelle stracittadine ma è arrivata anche l’umiliazione del tricolore sbattuto in faccia dai cugini dell’Inter. Come espresso in un comunicato, ,a reazione della Curva Sud, il tifo più acceso dei rossoneri, è stata dura: “Signori la pazienza è finita! Il Milan non è un prodotto su cui speculare e Milano non è una piazza che si accontenta di partecipare” – continua – “Che non si possa pensare di spendere sul mercato i fiumi di denaro investiti da altre società di altri campionati è più che legittimo, ma non si può pensare di tornare grandi costruendo la squadra unicamente passando per qualche cessione per poi reinvestire il denaro su giocatori non affermati”.
Pioli lascerà come Juric
In mezzo alla successiva gara disputata al Meazza, uno 0-0 scialbo con la Juventus e soprattutto la campagna social per il no a Julen Lopetegui come possibile nuovo tecnico al posto di Stefano Pioli, che come il suo collega Ivan Juric lascerà a fine stagione. Contro il Genoa la curva ha optato per lo sciopero del tifo. Silenzio assordante a San Siro, dove a parlare è stato uno striscione esposto dalla Curva Sud – “Strategia comunicativa. Presenza istituzionale. Acquisti mirati. Coesione. Ambizione. Capacità. Un progetto vincente parte dalla società”, più in basso, “Milano non si accontenta” – oltre all’abbandono dell’impianto da parte del tifo organizzato al minuto 77 del match col Grifone. Lo sciopero è poi proseguito anche con il Cagliari, dove non è mancato un altro messaggio rivolto al gruppo Red Bird, che ad agosto 2022 ha rilevato la società dal gruppo Elliott: “Noi pretendiamo una società forte e vincente”, esposto prima dell’inizio del match. Nel post-partita, Pioli ha detto la sua sulla situazione che gravita attorno al gruppo e alla dirigenza: “Quello che abbiamo creato in questi anni è stato qualcosa di fantastico e vedere queste situazioni spiace. Tutti insieme siamo stati molto più forti, siamo stati tutti parte di una componente importante questa energia l’abbiamo messa in campo. Cercheremo di far bene, perché arrivare secondi o terzi fa una bella differenza”.
Non è bastata Verona ai tifosi del Torino
Dall’altra parte dunque un ambiente Torino che non se la passa per nulla meglio. Più che i risultati del campo in questo caso, a generare malcontento nei tifosi granata sono più i comportamenti a bocce ferme dei tesserati granata. A una lunga tradizione di contestazione verso la presidenza Cairo si è aggiunta più recentemente qualche frizione frutto di dichiarazioni fuori luogo o gesti deprecabili di Ivan Juric, come il dito medio rivolto alla Maratona, fino ai fatti delle ore che hanno circondato le commemorazioni in memoria del Grande Torino. Il 3 maggio il palleggio in mezzo al campo di Kabic durante la toccante interpretazione di una canzone dedicata agli Invincibili, il giorno seguente le parole scioccanti fuoriuscite dalla bocca di qualche giocatore granata verso i propri sostenitori, con lo sfondo ben visibile della Basilica di Superga, il luogo di culto della fede pagana granata. Dalla “Norimberga” social, la contestazione dei tifosi del Torino si è poi spostata agli spalti del Bentegodi. Prima della partita col Verona si è potuto leggere “Giocatori senza dignità specchio di questa società. Via Cairo e gli ingrati della nostra città”. Striscione questo poi esposto anche lunedì al Filadelfia insieme a un altro drappo appeso “Ciao ciao, pezzi di m…”, a sottolineare come la vittoria estemporanea contro la squadra di Marco Baroni non sia bastata per mettersi tutto alle spalle. Sia per la questione Milan che per quella Torino non è chiaro in questo momento quale sarà il seguito, e se ci sarà, dopo questi accesi moti di protesta.