Era capitato raramente di vedere giocatori così impattanti a gara in corso: stavolta ben tre in una volta sola
Il Toro la risolve con i cambi. Ha quasi dell’incredibile quanto accaduto nell’ultima gara a Verona, in cui i granata sono riusciti a portare a termine una rimonta dopo due anni. A maggior ragione se quest’ultima è arrivata grazie alle sostituzioni. Al 56′ Juric toglie dal campo un sofferente Zapata, che aveva stretto i denti per aiutare la squadra al Bentegodi, e inserisce Pietro Pellegri. Fuori anche Rodriguez e dentro Lazaro, per un Toro a trazione anteriore. Pochi minuti dopo l’allenatore sorprende i tifosi del Toro e butta nella mischia il giovane Savva, attaccante classe 2005 della Primavera. Da quel momento la partita cambia e il Toro la ribalta, a suon di spregiudicatezza e vivacità. I segnali erano arrivati già a Napoli, quando Sanabria, appena entrato, aveva realizzato la rete del pareggio.
Lazaro in versione assistman
Un grande approccio alla gara quello di Valentino Lazaro. L’austriaco ha giocato in una posizione inedita, al posto di Bellanova, ed è sembrato molto a suo agio. A confermarlo è stato proprio Ivan Juric al termine della gara: “Lazaro è entrato benissimo, evidentemente a destra gioca meglio. Ha fatto una grande gara”. Ma la conferma vera e propria è arrivata dai due assist sfornati dall’ex Inter per i gol di Savva e Pellegri. Due palloni messi in mezzo, due palloni decisivi per le reti dei suoi compagni. Con quelli serviti al Bentegodi Lazaro sale così a 4 assist in stagione.
Savva, che sorpresa!
Chi ha seguito le partite della Primavera sapeva già che Zanos Savva è un giocatore di grande qualità, ma che riuscisse a incidere alla sua prima gara in prima squadra in pochi lo avrebbero detto. E invece così è stato. Il cipriota ha raccolto da rapace un cross di Lazaro e ha battuto Montipò, dando il via alla rimonta del Toro. Chissà se Juric non decida di dargli un’altra opportunità da qui alla fine del campionato. “Cosa ho pensato dopo il gol? Ho subito preso la palla dal fondo della rete per provare a segnarne un altro”. Tempo al tempo, ma la mentalità è quella giusta.