La verifica è Torino-Cagliari. Ma la settimana vissuta dai granata è stata particolare. Colloqui e riunioni: Mazzarri ha lavorato su umiltà e motivazioni
La settimana tipo di Walter Mazzarri ha ritmi e rituali ben precisi: confronti di gruppo e colloqui personali, sedute video, lavoro atletico e tattico. Poi, ovviamente, a dettare i tempi dedicati a ciascuno di questi momenti è il periodo della stagione che la squadra sta vivendo. Ecco, il Torino è in uno di quelli peggiori da quando WM è approdato sotto la Mole. E dopo la sconfitta di Udine la campana dell’allerta ha suonato, tonante. Urgevano sette giorni diversi dal consueto, più intensi. Il primo colpo di sperone è arrivato già martedì con un faccia a faccia pesante, teso, tra l’allenatore e la squadra. Un grido sintetizza le urla del Filadelfia: “Umiltà!”. Il tecnico lo ha ripetuto anche ieri in conferenza stampa: “Ho detto ai ragazzi ‘siamo stati forti’, ma ora bisogna essere umili”.
I colloqui al Filadelfia: i temi toccati da Mazzarri
A quel confronto della ripresa, hanno fatto seguito giorni di colloqui individuali tra il mister e i suoi ragazzi. E poi una nuova riunione, tutti assieme: “I ragazzi si sono riuniti e hanno fatto un bellissimo confronto, si vogliono bene, c’è un bel gruppo”. Il collettivo ri-motivato per far fronte alle difficoltà. Insomma quel “tasto del ‘noi'”, con il quale Mazzarri offre la ratio del lavoro che ha intensificato prima del Cagliari. Ovvero tornare quell’undici (più tre) che, inossidabile, pareva un uomo solo nella seconda parte della seconda stagione.
Torino, la ricetta per battere il Cagliari
Dopo la settimana tipo c’è sempre la domenica. Il giorno delle scelte (quelle probabili sono qui) e, in questo caso, quello che dovrà necessariamente essere della svolta. Vittoria, in una parola. Due ricette: prima, per Mazzarri, “fidarsi di quello che è accaduto in settimana” poi, per la squadra, “lottare tutti assieme”. Trovando il giusto equilibrio tra calma e motivazione: nessun affanno, ma lucidità e grinta. Così, si batte il Cagliari.
Col centrocampo scarso su cui non si e’ ritenuto di intervenire ,il non gioco,la tremarella addosso di chi e’ alla guida ,apprestiamoci ad roderci il fegato anche oggi.
Il centrocampo è il reparto più importante.deve sia difendere che attaccare.
L’autocritica questa sconosciuta…..
NOI FOR DUMMIES 1. NOI ci siamo stufati di simili vuoti monologhi; 2. NOI non sopportiamo più un allenatore che parla sempre da osservatore esterno (“io l’avevo detto… avevo messo in guardia…”); 3. NOI non vogliamo un allenatore che infonde paura nei giocatori, la stessa paura che mostra nel preferire… Leggi il resto »