Solita grinta, ma non basta. Bene in difesa, ma l’attacco questa volta non riesce a incidere. Ecco i Top & Flop di Sassuolo-Torino
Il Toro deve accontentarsi di un pareggio. Contro il Sassuolo, infatti, la squadra granata non è riuscita a ottenere tre punti che sarebbero stati fondamentali per la corsa all’Eruopa League. Il girone d’andata termina così con 29 punti, un buon bottino, ma migliorabile ancora. Ecco i Top & Flop di Sassuolo-Torino.
TOP
LA SECONDA PARTITA SENZA SUBIRE GOL: il Toro ricomincia da dove aveva terminato lo scorso anno. Cioè con un numero “0” associato al conteggio delle reti subite. Per due partite consecutive, dopo le imbarcate con Sampdoria, Juventus e soprattutto Napoli, Hart non si ritrova costretto a raccogliere il pallone insaccato nella sua rete. Demerito avversario, forse; ma merito anche della difesa granata, che è sembrata molto attenta e che ha lasciato davvero poco margine di manovra a Defrel e compagni. Un buon segnale, che però necessita di ulteriori conferme in futuro.
L’APPROCCIO DEL PRIMO TEMPO: al “Mapei Stadium”, almeno nella prima frazione di gara, si è visto un Toro arrembante, pieno di idee e con tante soluzioni da adottare. Purtroppo non è andata come avrebbe sperato, ma se c’è da ripartire da qualcosa, questo è sicuramente il primo tempo della gara di ieri. Con qualche importante correttivo.
FLOP
SENZA IL GALLO, NON SI CANTA: basta una volta per non andare a segno, che subito il Toro fatica a trovare altre soluzioni in fase realizzativa. Ma non si può essere Belotti-dipendenti. Bene ha fatto anche Iago Falque, nel recentissimo passato, e ancora prima Ljajic. Ovviamente il numero 9 è la punta di diamante del reparto offensivo granata, ma pensare che soltanto lui possa andare a segno è utopistico. E ieri se ne ha avuta una conferma diretta.
LJAJIC SENZA VERVE: …. diventa un giocatore normale. Non di certo il numero 10 che può e deve far fare ai suoi compagni il salto di qualità. In tanti puntano il dito su di lui, ma ora si parrà davvero la sua maturità. Perché se capirà che non sono manie di persecuzione o tentativi di trovare un capro espiatorio, bensì il riconoscimento in lui di un grande giocatore, allora grande potrà diventarlo davvero. Ci si aspetta una reazione immediata da parte sua, già dalla doppia sfida con il Milan. Così, serve a poco. E la concorrenza è agguerrita…