Domenica, salvo sorprese, giocheranno Zappacosta, Baselli, Benassi e Belotti: solo loro avranno già vissuto un derby, ma non da protagonisti
Cambia tutto, in un anno. Soprattutto quando cambia la guida tecnica, si rinnova un progetto sportivo e, ancora di più, si modificano le ambizioni. Il Toro, ora, vuole l’Europa. Lo dice chiaramente, senza timori reverenziali o scaramantici. Il Toro, ora, gioca in maniera molto più aggressiva, completamente diversa dallo scorso anno. Il Toro, ora, vuole fronteggiare a viso aperto la Juve. Per batterla e per dare spettacolo davanti agli occhi di migliaia di tifosi, che hanno riempito fino all’ultimo seggiolino possibile il “Grande Torino”. Sarà un derby avvincente, almeno nelle intenzioni, quello che insceneranno granata e bianconeri. Ma i protagonisti, fronte Torino, sono tutti diversi.
Della scorsa stagione, infatti, sono solo in quattro quelli che con ogni probabilità (se non ci saranno infortuni di sorta, sarà così) scenderanno in campo dal primo minuto: Zappacosta, Benassi, Baselli e Belotti. In 365 giorni è cambiato tutto, radicalmente. Nemmeno il numero 9 può dire di avere lo stesso identico ruolo, si intende come peso specifico nella squadra, di un anno fa. All’andata, per esempio, il “Gallo” giocò soltanto 3′: finì 2-1 allo “Stadium”, e l’ex Palermo subentrò a uno spento Maxi Lopez quando ormai era troppo tardi per mettersi davvero in mostra. Tutta un’altra storia al ritorno: in tandem con Immobile (ma finì con un brutto 4-1 juventino), Belotti era un giocatore trasformato, che stava acquisendo una consapevolezza grazie alla quale ancora adesso sta convincendo.
Destini alterni per le due mezzali: all’andata, fu Baselli il titolare a essere poi rimpiazzato dal classe ’94; al ritorno, invece, fu il contrario. L’attuale capitano partì dal primo minuto, e venne poi sostituito proprio dall’ex Atalanta, che sembrava la brutta fotocopia di quell’ottimo giocatore che si era ammirato almeno nella prima parte del girone d’andata. Infine, Zappacosta: la storia del terzino è nota, e parla soprattutto di panchina. Davanti a lui c’era Bruno Peres, e nemmeno al ritorno, senza terzini sinistri a disposizione, venne schierato titolare. Al suo posto giocò Silva, subentrò a gara ampiamente inoltrata.
Quattro giocatori normali allora, quattro giocatori importanti ora. Trascinatori? Qualche volta sì, ma sicuramente non comparse. Il Toro li ha cambiati, loro hanno cambiato il Toro. Ma adesso c’è la prova del nove. E non vogliono fallirla.