Il terzino norvegese, subentrato a Sosa dopo l’intervallo, ha fatto meglio del croato: ma non deve fermarsi qui
Primo brutto stop per il Torino, che nella sfida giocata in casa contro la Lazio è uscito sconfitto per 2-3. Un passo falso che segue quello in Coppa Italia contro l’Empoli, ma che allo stesso tempo non deve assolutamente creare allarmismi. I granata sono ancora la prima squadra in classifica dietro le super big Napoli, Juventus, Milan e Inter, e hanno tutto il tempo del mondo per poter fare bene. Nonostante la sconfitta Vanoli può ripartire da alcuni aspetti positivi, come possono essere i gol di Adams, il ritorno di Vlasic o la crescita di condizione di Pedersen. Il norvegese, in particolare, dopo un inizio timido sta pian piano migliorando il proprio rendimento.
Pedersen, senza limiti
Arrivare come sostituto di Bellanova non può essere semplice, tanto meno se si viene acquistato a poche ore dalla chiusura della finestra estiva di calciomercato. Pedersen ovviamente si è presentato a Torino con l’etichetta delle alte aspettative, ma anche il prezzo del cartellino poteva far immaginare come fosse totalmente differente da Raoul. Nonostante questo, pian piano l’ex Feyenoord si è preso lo spazio che meritava. Ha faticato nelle prime partite in cui il Toro ha messo insieme risultati positivi, poiché per forza di cose doveva ancora integrarsi. Vanoli ha usato il metodo “bastone e carota” per farlo integrare al più presto, e nonostante la panchina di Verona si è fidato di lui nel secondo tempo della sfida contro la Lazio. Fiducia ripagata, perché il classe 2000 non ha comunque deluso. E in tutto questo, si è dimostrato fin qui più avanti di Sosa, che era invece arrivato con un hype totalmente differente. Il tempo sarà sicuramente dalla sua parte, ma Pedersen non deve porsi limiti: da ora in poi deve crescere, per andare sempre più in alto.