Mihajlovic lo difende e lo sprona ma Niang non si sblocca: anche contro la Juventus la prestazione è negativa ma il tempo si sta esaurendo

Giocatori come Niang, Belotti o Ljajic non saranno mai un problema ma un valore aggiunto”. Con queste parole Mihajlovic risponde ad una delle tante domande rivoltegli in conferenza stampa su Niang. Un valore aggiunto che per il momento resta espresso soltanto nelle prole del mister e nelle prospettive di un giocatore che avrebbe tutte le carte in regola per fare la differenza ma che, in realtà, al momento è ben lontano da risultare anche solo centrale nel gioco del Torino. Mihajlovic continua a spronarlo e soprattutto ad aspettarlo: “sappiamo cosa può fare e cosa voglio da lui. Dobbiamo farlo tornare nella migliore condizione, che arriverà solo allenandosi e giocando: sa che mi aspetto di più, ma non sono preoccupato. Lo sprona, lo lancia titolare anche in quella che è la partita indubbiamente più sentita e più difficile per il Torino ma l’esito non è differente dai tentativi precedenti. E la situazione adesso, al netto di tutto quello che è stato detto fin ora, delle difficoltà avute nella sessione di calciomercato, degli allenamenti saltati e di una condizione fisica e tecnica lontana dall’essere all’altezza della situazione, necessità di un cambiamento, repentino. Dopo quattro partite in ombra, ora, gli alibi e le attenuanti si sono inevitabilmente esaurite e dal giocatore si può e si deve pretendere ben altro.

Anche ieri sera, contro un avversario indubbiamente più forte dei granata, Niang ha messo in campo lo stesso identico rendimento tecnico e mentale delle precedenti occasioni. Mihajlovic continua a dargli fiducia nella speranza di scuoterlo e di sbloccarlo ma il copione non cambia ancora. Passeggia invece di correre, continua ad essere avulso dalla manovra della squadra e sbaglia anche gli interventi più semplici sprecando gli sporadici tentativi di attacco. L’azione offensiva del Toro, questo va detto, è stata nel complesso sterile e decisamente faticosa ma quello che deve cambiare Niang, per poter davvero fare la differenza, è soprattutto l’approccio mentale. Da un giocatore che al Toro potrebbe trovare una dimensione perfetta per riscattarsi dopo le difficoltà passate ci si aspetta infatti un atteggiamento diverso, quel po’di orgoglio, grinta e determinazione in grado di far almeno intravedere il ritorno del miglior Niang. Al contrario, invece, lo stimolo dato dallo sforzo economico fatto per portarlo in granata, le spinte del mister e la fiducia confermata partita dopo partita non sembrano sortire effetti. Il tempo però stringe: il Toro ha bisogno di rimettersi a correre e farlo subito per non perdere di vista l’obiettivo Europa e ha bisogno dell’apporto di tutti. Niang è avvisato, se vuole riprendersi il posto da protagonista deve cambiare passo e deve farlo subito.


93 Commenti
più nuovi
più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments
odix77
7 anni fa

La colpa non è di niang, che speriamo sia solo ampiamente fuori condizione, la colpa è di chi lo mette in campo… di chi lo ha visto inguardabile per trre partite e ha deciso cmq di schierarlo al derby….. li è la colpa…. cosa pensate che passi per la testa… Leggi il resto »

madde71
madde71
7 anni fa

Comunque è tutta la trattativa che mi lascia perplesso, c’è del marcio in Danimarca..

rimbaud
rimbaud
7 anni fa

La colpa è di chi lo fa giocare. Non è educativo fare figliocci nello spogliatoio e non è utile alla squadra far giocare uno in quello stato di forma. Persino Cerci, il pupillo prediletto di Ventura, fu inserito dopo le prime dieci giornate in un Toro che vantava le qualità… Leggi il resto »

Toro da rosso allo Stadium: Baselli il quarto espulso in sette gare

De Silvestri e Ansaldi, derby in apnea: sulle fasce la Juve fa quel che vuole