Il difensore del Torino Emiliano Moretti presenta il progetto benefico “Prendiamo a calci la malattia e vinciamo la coppa”
Da diversi anni ormai il Torino è attivo anche sul campo della beneficienza e ha avviato una collaborazione con l’UGI, una Onlus che si occupa dall’assistenza alle famiglie e ai bambini malati di tumore. Proprio grazie alla collaborazione tra il Torino, l’UGI e l’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale infantile Regina Margherita è nato il progetto denominato “Prendiamo a calci la malattia e vinciamo la coppa” presentato dal difensore Emiliano Moretti, dalla dottoressa Franca Fagioli (Direttore Oncoematologia ospedale Infantile Regina Margherita di Torino), il dottor Enrico Pira (Presidente Casa UGI) e il dottor Silvio Falco (Direttore generale Città della Salute di Torino.
Moretti: “Noi calciatori abbiamo l’obbligo di pensare anche ad altre cose”
“Noi calciatori che abbiamo la fortuna di fare della nostra passione un lavoro siamo in obbligo a dover pensare anche ad altre cose. Molto spesso si fanno senza raccontarle. Ci tengo a ringraziare tutti quelli che hanno permesso a quest’idea, nata quest’estate, sia ora diventata realtà. Voglio poi fare un grosso in bocca al lupo ai ragazzi della 100×100, anche perché vedendoli vestiti così, con le maglie del Torino, sono davvero belli” ha detto un emozionato Moretti. “Questi ragazzi si alleneranno due volte al mese, presso le strutture del settore giovanile del Torino seguiti dagli istruttori del Toro. Le attività che anche noi calciatori faremo giorno dopo giorno è giusto che non vengono pubblicizzate”.
“Qualche anno fa, come Torino siamo andati in visita a casa UGI e quando entri in certe realtà non resti indifferente. Da lì è nata una scintilla e cerchiamo di fare qualcosa, il nostro è però solo un umile appoggio”.
Moretti: “Obiettivi? Non mi piace fare proclami”
Dopo aver presentato il progetto “Prendiamo a calci la malattia e vinciamo la coppa”, Moretti ha poi parlato del Torino. “Faccio un grande in bocca al lupo ai miei compagni che sono in Nazionale e a quelli che ci andranno, per come stiamo lavorando sono sicuro che altri ci andranno. Uno è già qui” ha poi dichiarato Moretti indicando De Silvestri.
“La parola titolare mi piace poco, in un gruppo definire titolari e non penso non sia corretto. Cerco di fare il mio lavoro al massimo delle mie possibilità, poi il fatto di giocare o no è una scelta dell’allenatore. Il nostro compito è quello di creare al mister più difficoltà possibili nelle scelte, la competitività che c’è tra di noi è davvero sana, perché abbiamo instaurato un ottimo rapporto anche di collaborazione. Io cerco di fare il mio”.
“Caratterialmente non sono un tipo a cui piace fare proclami, mi piace vedere le cose in maniera equilibrata. Questa squadra ha sposato in pieno il modo di lavorare dell’allenatore, ogni giorno cerchiamo di migliorare, sfruttiamo ogni partita per rivedere a posteriori le cose fatte bene e quelle fatte male. Poi vedremo più in là dove saremo, gli obiettivi potrebbero poi non essere raggiunti o essere anche superati”.
“In queste prime tre giornate di campionato potevamo fare qualcosa in più, nonostante abbiamo trovato squadre di livello. Siamo coscienti di questo, qualcosa lo abbiamo buttato via. Tra i nuovi ci sono dei ragazzi che mi hanno molto colpito, ma non faccio nomi”.
Moretti: “Continuo fino al 30 giugno. Poi vediamo…”
“Io mi metto a disposizione degli altri, così come fanno i miei compagni di squadra. In questa squadra c’è un’unità di intenti, se non ci fosse non potremmo chiamarci squadra. In un gruppo vero quando ci si mette una maglia si pensa agli altri con la stessa maglia come ai dei fratelli, così come squadra si possono raggiungere degli obiettivi. Raggiungendo degli obiettivi di squadra, si possono raggiungere quelli personali”.
Poi, sul suo futuro. “La nostra è una professione di un certo tipo, molto spesso ci sentiamo molto di più di quello che in realtà siamo. Quando arriva il momento fatidico in cui devi smettere diventa complicato rimetterti in una realtà diversa da quella in cui hai vissuto negli ultimi vent’anni. Se riesci a capire che sei solo un calciatore, diventa più facile. Io ho avuto la fortuna di allungare questo momento fino al 30 giugno. Poi vediamo”.
“Non so se il Torino in queste giornate ha lanciato un messaggio al campionato. Dobbiamo puntare al lavoro quotidiano, aver mmandato o no un messaggio al campionato”.
Moretti ha chiuso la conferenza parlando di Sirigu. “Sirigu? Se farlo giocare o no in Nazionale non spetta fortunatamente a me deciderlo, ma sono felice di essere un suo compagno. E’ un ragazzo che lavora come un matto, è un esempio per tutti perché ti trascina e ti fa lavorare”
Una grande persona che in una squadra creata con ambizioni sportive dovrebbe uscire dalla panchina e non giocare titolare x colpa della mancanza di giocatori in rosa !
Un Grande Uomo
un grande in ogni cosa,spero rimanga come dirigente,sarebbe un peccato perdere un uomo così