Parte VIII / Il presidente della FIGC Barassi promise a Novo la restituzione del titolo dopo il 4 maggio, ma lo scudetto non è mai tornato al Toro

Nel 1927 il presidente della FIGC, come più volte detto, era il gerarca fascista Leandro Arpinati, a capo del Direttorio Federale, fino a metà febbraio di quell’anno vi era Ulisse Baruffini. Quest’ultimo prima di dimettersi nominò Ottorino Barassi presidente del Direttorio a partire dalla stagione 1927/1928, quella in cui al Torino venne revocato lo scudetto vinto il campionato precedente. Questo breve excursus storico è importante per inquadrare meglio l’assetto dei vertici del calcio italiano negli anni ’20 ma anche perché è necessario presentare la figura di Barassi. Quest’ultimo infatti nel 1946 fu nominato presidente della FIGC e con tale incarico, il 6 maggio del 1949 (due giorni dopo la tragedia di Superga) incontrò il presidente granata Ferruccio Novo, gli comunicò che il suo Torino era ufficialmente campione d’Italia per la quinta volta consecutiva. Ma non solo, Barassi aggiunse anche che era arrivato il momento di restituire quello scudetto revocato ventidue anni prima.

Nella foto Ottorino Barassi

Barassi (che tra l’altro è il dirigente che spostò la sede della FIGC da Bologna e Roma e che durante la seconda guerra mondiale evitò che la Gestapo si impossessasse della Coppa Rimet) non era uno sprovveduto, nel 1927 nel suo ruolo di presidente del Direttorio Federale del FIGC un’idea di quello che realmente era accaduto certamente se l’era fatta e viene difficile pensare che quella promessa fatta a Novo (ma anche a Enrico Marone Cinzano che in quel momento si trovava nella stessa stanza con l’amico presidente del Grande Torino) fosse frutto solamente di un qualche sentimento di pena per la tragedia da poco avvenuta. Anche perché quel tricolore era quasi finito nel dimenticatoio, considerato che dall’indomani della sentenza e per molti anni non se ne parlò più. Novo però, dopo la tragedia di Superga, non aveva la voglia e la forza di lottare per far sì che la promessa di Barassi venisse mantenuta e quello scudetto tornò ad essere solo un argomento del passato. Almeno fino al 19 maggio del 1976: tre giorni prima il Torino di Pulici, Graziani, Sala e Zaccarelli pareggiò 1-1 con il Cesena laureandosi squadra campione d’Italia; quel giorno su La Stampa apparve un’intervista al presidente granata Orfeo Pianelli che, tra le altre cose, tornò a parlare di quanto accaduto quarantanove anni prima. “Pretendiamo gli arretrati, pretendo quello scudetto del ’27 che ci fu tolto con un inghippo […]. Ci spetta. Perché non l’ho chiesto prima? Perché non volevo sentirmi dire: presidente di uno scudetto altrui, prova prima a vincere sul campo. E adesso abbiamo vinto, urgono gli arretrati” si legge suo quotidiano dell’epoca. Il neo presidente della FIGC Franco Carraro, diede prima delle rassicurazioni a Pianelli, poi però lo gelò affermando che molta della documentazione era andata persa e che non era possibile ricostruire cosa accadde. Negli anni successivi anche Mario Gerbi (presidente granata dal 1987 al 1989) provò a richiedere quel titolo, il presidente della FIGC Antonio Matarrese annunciò di aver dato vita ad una commissione d’inchiesta ma alla fine nulla fu fatta e con la cessione del Torino da Gerbi a Borsano anche la commissione sparì. Nel 2005, pochi mesi prima del fallimento dell’AC Torino, il presidente Attilio Romero dichiarò di aver parlato della faccenda con Carraro (che dal 2001 era tornato ad essere a capo della FIGC) e che la società granata si sarebbe mossa per richiedere ufficialmente la restituzione dello scudetto. Ma in quei mesi i dirigenti granata ebbero problemi più grandi a cui pensare.

Ora è Urbano Cairo ad aver chiesto ufficialmente la restituzione dello scudetto al Torino, lo ha annunciato al Filadelfia, sul prato dove Libonatti, Baloncieri e Rossetti vinsero quel tricolore, dove giocarono incredibilmente per due volte la partita contro il Bologna battendolo entrambe le volte per 1-0. Chissà se questa volta le cose andranno diversamente rispetto al passato, chissà se la FIGC presieduta da Carlo Tavecchio riuscirà a fare luce su quanto accadde realmente nel 1927.

Parte I – L’inchiesta / Torino, lo scudetto revocato del 1927: cosa è ufficialmente accaduto

Parte II – L’inchiesta / Scudetto del ’27, dal fascista Arpinati al bianconero Allemandi: i protagonisti

Parte III – L’inchiesta / Lo scudetto revocato del 1927: Toro-Juve, il derby dello scandalo

Parte IV – L’inchiesta / Scudetto revocato del 1927: scoppia lo scandalo

Parte V – L’inchiesta / Scudetto revocato del 1927: campionato falsato? Sì, ma da Arpinati

Parte VI – L’inchiesta / Lo scudetto revocato del 1927: le confessioni e la sentenza, senza un processo

Parte VII – L’inchiesta / Lo scudetto revocato del 1927: nessuno ha mai visto la prova che inchioda il Toro