Appena 6 punti in 10 partite, terzultimo posto in classifica e ko nel derby: Giampaolo per ora è confermato, a Mihajlovic andò peggio
Marco Giampaolo è ancora l’allenatore del Torino e questa è di per sé una notizia. La sua squadra finora ha raccolto appena 6 punti in 10 partite, è al terzultimo posto in classifica (in piena zona retrocessione), ha la peggior difesa del campionato e nel derby ha subito l’ennesima rimonta stagionale finendo per essere battuta: numeri e dati sufficienti per far traballare la panchina ma non per farla ribaltare. Certo è che Giampaolo non potrà più sbagliare e la partita di sabato contro l’Udinese sembra essere la classica da ultima spiaggia.
Torino: Giampaolo si salva dopo il derby perso, Mihajlovic fu esonerato
Il tecnico abruzzese può però ritenersi più fortunato rispetto a molti altri suoi predecessori: nei primi anni della sua gestione Cairo era considerato un presidente mangia-allenatori, per la facilità e la frequenza con cui cambiava guida tecnica alla sua squadra, ma anche in epoca più recente c’è chi è stato allontanato a stagione in corso pur con risultati migliori rispetto a quelli del Torino attuale. Il riferimento è a Sinisa Mihajlovic, esonerato proprio un derby perso all’Allianz Stadium (2-0 nei quarti di finale di Coppa Italia).
Torino: il confronto tra quello attuale e quello di Mihajlovic è impietoso
Va detto che quel Torino non fosse propriamente una squadra esaltante: faticava a vincere, giocava male, subiva numerosi gol e aveva una condizione atletica ai limiti dell’imbarazzante, tanto che Walter Mazzarri dovette praticamente rifare la preparazione atletica a gennaio e ottenne comunque risultati migliori rispetto al predecessore. Ma in confronto a questo Torino, quello di Mihajlovic viaggiava a gonfie vele e comunque a metà campionato aveva raccolto 25 punti (nemmeno proseguendo a una media di 2 punti a partita nelle ultime nove giornate del girone di andata questo Torino riuscirebbe eguagliare quello della stagione 2017/2018), si trovava in una tranquilla posizione di metà classifica, non in zona retrocessione, e poteva ancora coltivare qualche sogno europeo. Giampaolo per ora resta, anche perché le colpe di questo misero inizio di campionato più che sue sono di chi l’ha scelto e non gli ha costruito una squadra su misura: ma Cairo presto potrebbe perdere definitivamente la pazienza.