Doveva sbloccarsi e l’ha fatto: l’attaccante torna al gol nella massima serie dodici mesi dopo l’ultimo con i rossoneri

Aspettando Niang. Al termine della sfida persa contro la Juventus Mihajlovic aveva ancora una volta ribadito quanto consideri importante l’attaccante per il suo Torino, confermando quanto detto nelle precedenti tre occasioni: deve entrare in forma, deve sbloccarsi e poi potrà essere davvero determinante. L’attesa cominciava però a diventare estenuante e dal giocatore, dopo l’ennesima prova sottotono, si doveva pretender di più sia in termini atletici che tecnici. Una settimana per lavorare, per crescere ancora e poi di nuovo in campo. Contro il Verona doveva essere la sua occasione per dimostrare che la cifra spesa dalla società e l’abitudine di Mihajlovic di mandarlo in campo nonostante una forma ancora non perfetta non erano semplicemente fisse dell’allenatore. L’inizio del match, il quinto consecutivo da titolare, contro la squadra di Pecchia non sembra, tuttavia, regalare ai tanti tifosi presenti al Grande Torino, un Niang differente. Poca corsa, qualche scatto sterile e i tanti, troppi, soliti passaggi sbagliati che si aggiungono ad un’intesa con Molinaro e con gli altri compagni per nulla positiva. L’impressione era quella di avere a che fare con il solito Niang. Il tormentone della condizione fisica e della necessità di sbloccarsi era ancora una volta all’orizzonte come la sensazione che il Toro fosse costretto a giocare, di nuovo, con una zavorra sulla fascia.

Quando mancava davvero poco alla rassegnazione, però, il copione cambia. Al 45’ del primo tempo Niang ha un sussulto: supera due difensori, scarica il destro e insacca il suo primo gol in maglia granata. Esulta l’attaccante, che torna in rete in Serie A dopo un anno (era il 16 ottobre quando con la maglia del Milan segnò al Chievo), esultano i compagni e ed esulta, finalmente, anche il pubblico del Grande Torino che, invitato proprio dai giocatori granata, applaude un Niang si spera sbloccato. E la ripresa, nonostante gli errori di tecnico e squadra consegnino il pareggio nelle mani del Verona, regala una delle poche note liete della partita dando ragione, di fatto, a Mihajlovic. L’attaccante aveva bisogno di sbloccarsi, doveva trovare quella fiducia in se stesso, prima ancora che nell’ambiente, che l’ultimo anno al Milan aveva certamente minato. La “macchina Niang” sembra essersi finalmente messa in moto: nei secondi 45 minuti le iniziative dell’attaccante si fanno non solo più numerose ma decisamente molto più precise. Dimostra un maggior affiatamento con i compagni di reparto, Belotti e Iago Falque su tutti, e si rende protagonista di spunti che solo un’attenta difesa gialloblu impedisce di trasformare in reti. L’ex Milan sembra aver finalmente cambiato passo e il Grande Torino se ne accorge tributandogli il giusto applauso nel momento della sostituzione. Adesso ci sono due settimane per tornare immediatamente a lavoro e trovare anche la miglior condizione fisica nonché una continuità di rendimento che possa davvero fare la differenza. L’applauso dei suoi nuovi tifosi deve servire da stimolo e incoraggiamento: il miglior Niang è ancora da trovare ma intanto la strada, questa volta quella giusta, è stata finalmente imboccata.