L’equatoguineano non parteciperà alle due gare con la Liberia e avrà modo di lavorare su cosa non ha funzionato contro i nerazzurri
Saranno due settimane di lavoro a stretto contatto con i compagni e Paolo Vanoli per Saul Coco. Il difensore equatoguineano infatti non prenderà parte alle prossime due gare della propria nazionale valevoli per la qualificazione alla Coppa d’Africa. Nelle due uscite con la Liberia Coco non ci sarà e probabilmente sarà una buona occasione per riacquisire nuove forze sia fisiche che mentali. Dal suo arrivo, a poche ore dalla partenza per il ritiro di Pinzolo, l’ex Las Palmas ha vissuto un’ascesa continua, almeno fino alla prima sosta. Il rientro in Italia non è stato però sullo stesso livello dei primi assaggi di granata: un infortunio, contro il Lecce, un gran gol contro la Lazio, che ha nascosto un po’ di polvere sotto il tappeto, poi riemersa in occasione dell’ultimo appuntamento contro l’Inter.
Coco, dopo la sosta tanta sfortuna
Il 30 agosto Saul Coco ci aveva lasciato come uomo della provvidenza. Un gol negli ultimi minuti di gioco contro il Venezia lo aveva eletto, senza dubbio, a sorpresa e acquisto azzeccato in un inizio di stagione fuori da ogni pronostico. Poi, al ritorno dai due impegni con Algeria e Togo, i primi problemi. Contro il Lecce, dopo aver ingaggiato un bel duello con Krstovic, soffre nell’ultimo quarto d’ora per un infortunio muscolare. Vanoli aveva già finito le sostituzioni. Coco stringe i denti, ma trascorre in panchina tutta la partita vincente di Verona. Contro l’Empoli, in Coppa Italia, torna dal primo minuto, ma come braccetto di sinistra. Soffre e sullo 0-1 toscano sbaglia il tempo, facendosi tagliare fuori. Ma con lui sbanda tutta la difesa e contro la Lazio è spesso in ritardo e sullo 0-2 Isaksen lo salta con troppa facilità. Fuori da ogni razionalità il suo gol nel finale, ma è sul piano difensivo che stranamente vacilla.
La gara con l’Inter
Contro l’Inter probabilmente la sua peggior prestazione da quando ha apposto la sua firma sul contratto valevole fino al 2028. Thuram domina sull’ex Las Palmas, ma è più che altro la goffaggine di alcuni frangenti a preoccupare. Durante la partita si è trovato spesso a svirgolare diversi palloni, a conferma di uno scarso momento di lucidità, non solo suo ma di un intero reparto su cui c’è bisogno di tempo per far uscire qualcosa di buono, dopo esser stato smembrato in estate. La ex quarta difesa del campionato ora perde acqua da tutte le parti. E adesso, in assenza di Schuurs, il Toro ha bisogno di quello che nelle prime uscite si è candidato a interpretare il ruolo di leader tecnico ed emotivo di questa nuova retroguardia in costruzione. La pausa, forse, arriva con un tempismo perfetto.
