Giovani, trascinatori e bomber implacabili: il confronto tra gli attaccanti classe ‘93 che stanno vivendo momenti molto diversi
Terra di opportunismo, astuzia e fantasia, l’area di rigore vive sospesa. E’ il gioco degli equilibri instabili, di chi sa come portarli a suo favore e di chi tenta in tutti i modi di impedirlo. Andrea Belotti e Mauro Icardi appartengono alla prima di queste ideali categorie. A quella di chi i gol, in un modo o nell’altro, li fa sempre. Destro, sinistro, testa: il fondamentale è indifferente. Conta solo il risultato. E allora parliamo proprio di numeri. 11 a 3, questo dice la classifica cannonieri ad oggi. L’argentino ha vissuto un inizio di stagione superbo, andando in rete in sei partite su undici in campionato. Nove volte con il “suo” destro e le altre due divise equamente tra testa e piede sinistro. Agli antipodi l’avvio di stagione del granata. Tre gol nelle prime sette, poi l’infortunio al ginocchio. Verrà il suo tempo, senza dubbio. Anche perché l’ultima stagione continua a parlare a favore del Gallo. In serie A, la sfida l’aveva vinta proprio Belotti, autore di 26 gol contro i 24 di Icardi.
Riavvolgiamo il nastro. Inter-Torino del 26 ottobre 2016 è un turno infrasettimanale. La frittata di Hart regala il gol del vantaggio a Icardi. Un altro pasticcio – perchè fare gol, in fondo, è anche una questione di fortuna -, questa volta dei nerazzurri, permette a Belotti di pareggiare. Poi una prodezza ancora del bomber argentino permette a De Boer di festeggiare una delle poche gioie della sua avventura meneghina. 2-1, dunque, anche tra gli attaccanti. Vendetta domenica prossima? Belotti ci sta pensando. Il suo rientro contro il Cagliari dopo tutto è stato di slancio per tutto il Toro.
Condizione ancora da perfezionare, certo, ma la grinta è stata quella consueta. Da vero capitano. Come l’omologo nerazzurro, d’altronde, anche lui giovane capitano goleador. Altra similitudine, insieme alla carta d’identità che per entrambi dice 1993 come anno di nascita. Per quel che riguarda il loro modo di fare calcio, però, il discorso si fa complesso. L’aggressione degli spazi è il comune punto di forza. Più tecnico l’argentino, più grintoso e istintivo il granata. Ma le eccezioni sono dietro l’angolo: si veda anche solo la semirovesciata, stilisticamente perfetta, di Belotti contro il Sassuolo. Insomma, sovrapporre due pezzi unici appare davvero impresa difficile. Meglio osservarli all’opera, allora. E al “Meazza”, in Inter-Torino, saranno l’uno di fronte all’altro.
Ok ci siamo chiariti
Mi era sembrata una domanda sarcastica,avró sbagliato?
E non hai capito un cazzo..ti ho solo chiesto se eri in qualche gruppo..
Il gruppo era composto da me,mio fratello e altri 3 amici del Torino club Carmagnola,volo e biglietto presi dalla agenzia Quick di via Arsenale,come tutte le altre trasferte di Coppa di quell’anno,fatte tutte tranne la prima in Islanda perché hanno cancellato il volo,finale ad Amsterdam ma trasferiti a Utrecht per… Leggi il resto »
Ma sei normale ? era una semplice domanda..bah