Il tecnico granata, lo scorso gennaio, ha dovuto accettare la cessione di Johnsen. Quante analogie con l’addio di Raoul!
E’ un Paolo Vanoli particolarmente amareggiato di fronte alla camera e agli inviati che gli puntano i microfoni. “In questo momento è anche difficile trovare le parole giuste” ammette il tecnico in risposta alle domande che riguardano la fresca cessione di un elemento fondamentale della sua rosa. Con nessun altro allenatore Dennis Johnsen è riuscito a giocare e, soprattutto, a offrire prestazioni di livello con tale continuità. Insieme hanno affrontato infatti 48 match, conditi da 5 gol e 11 assist del norvegese. Un giocatore di affidamento nella volata promozione del Venezia, ma che, di punto in bianco, il 1° febbraio 2024 opta per il trasferimento alla Cremonese, altra piazza smaniosa di ritornare in massima serie.
Una cessione a “mercato chiuso”
“Sicuramente sono in disaccordo su questa operazione perché sapevamo da due settimane che il mercato era chiuso. Però non è mio compito giustificare a livello economico. Io devo giustificare solo a livello sportivo”, continua Vanoli, alzando le spalle come a dire “che ci posso fare?” di fronte a una scelta societaria, in quel momento impossibile da condividere. Non manca infatti qualche frecciata ai quadri dirigenziali: “La giustificazione che leggo non penso sia sufficiente quella di dire che un giocatore ha fatto i capricci per andare via”.
Filippo Antonelli, ds Venezia, sottolineerà poi come “la cessione di Johnsen non era nei piani della società, questa cosa è figlia della strategia portata avanti da Dennis e dai suoi agenti che l’hanno portato ad allontanarsi dal nostro progetto. Avremmo costretto un ragazzo con il dio denaro e non con la volontà di far parte di questo gruppo”. Impossibile, tornando al presente, non trovare delle analogie con gli avvenimenti delle ultime ore in seno al Torino, con l’addio imminente di Raoul Bellanova in direzione Bergamo.
Bellanova era dentro il progetto Toro
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Bellanova appariva più che coinvolto emotivamente e tatticamente, nell’apprendere al meglio i principi insiti nel nuovo corso. Lo dimostra una gara da divoratore della fascia destra in quel di San Siro e soprattutto le dichiarazioni successive a una prestazione di alto livello macchiata dalla beffa finale: “Il calcio del mister è bello e speciale: ci divertiamo. Se ripenso agli ultimi minuti col Milan un po’ di delusione resta, però dobbiamo prendere la parte positiva: questa partita aumenterà la nostra consapevolezza”. Di certo non il ritratto di un ragazzo scontento di trovarsi lì, a combattere per una causa che non gli appartiene. Eppure, devono essere risultate familiari a Vanoli le dichiarazioni rilasciate successivamente dal suo nuovo datore di lavoro: Urbano Cairo.
Le giustificazioni di Cairo
Il procuratore di Bellanova avrebbe trasferito un po’ di mal di pancia da parte del classe 2000, che dopo un Europeo fallimentare, ma vissuto da osservatore, sognava di continuare il suo percorso nella ricca Premier League. “Poi è capitata l’occasione dell’Atalanta, una squadra che fa la Champions” e Raoul non vedeva l’ora di andare. “Restare malvolentieri non è un bene. Alla lunga può diventare un problema”, ha poi aggiunto il patron granata, smentendo dunque le percezioni positive sulla nuova era granata manifestate dal calciatore.
E Vanoli? Ancora più battagliero
E il mister? Come l’avrà presa? C’è tanta attesa per le sue esternazioni dopo quelle volte all’unità, al senso di appartenenza rese note giusto qualche ora fa: “Il Toro è la storia, c’è da essere orgogliosi di poter vestire il granata”. E’ bellissimo come il tecnico si senta già parte del tessuto emotivo e vicario di una storia importante, tra le più gloriose del calcio mondiale. La cessione di un tassello così importante della rosa non potrà però passare inosservata. Ma, a giudicare da come ha gestito la questione Johnsen, per Vanoli rappresenterà uno stimolo ulteriore. “Paolo Vanoli, cancella e domani sarà ancora più battagliero di prima. Quindi da qua fino alla fine… è stato ferito un leone e questo leone diventerà ancora più cattivo per raggiungere gli obiettivi”.