Così Cesc Fabregas in conferenza stampa alla vigilia di Torino-Como: ecco come ha presentato il match
A due giorni dalla sfida col Torino, Cesc Fabregas ha presentato il match in programma al Sinigaglia: “”Non è importante – ha spiegato in conferenza stampa l’allenatore del Como – come gioca il Torino, la cosa che conta siamo noi. Dobbiamo crescere di più e fare un buon finale di stagione. La strada è questa, ora dobbiamo proseguire così”. All’andata il Torino si era imposto 1-0: L’allenatore non dà per scontata, comunque, la gara contro i granata, con cui ha già perso all’andata: “Sarà un’altra partita, sicuramente, non facile però. Vanoli? Mi piaceva già dall’anno scorso, con il Venezia. Ha tante idee, legge bene il calcio. Il Torino ha cambiato modulo ed è cresciuto in fisicità e qualità”.
Il futuro di Fabregas e quello del Como
Poi sul futuro, di cui tanto si è parlato nell’ultimo periodo: “Preferisco non palare di questo, sapete che sono concentrato solo sul Como e la salvezza. Preferisco non dire altro, ma restare concentrato su questo. E’ il mio obiettivo vero, il resto non interessa”.
Poi su quella che potrebbe essere la squadra l’anno prossimo: “Una parte è già fatta con il mercato di gennaio. Ikonè è un giocatore che se si sente amato dà tanto, ma se sente diffidenza allora magari perde la fiducia. Il mio lavoro è quello di portare fiducia e serenità ai ragazzi, per essere pronti in ogni momento. Io devo guardare i nostri giocatori e farli crescere. Lui diventerà un giocatore forte per noi, se rimane qui dipende anche da lui. Lui è in prestito con diritto di riscatto”.
Fabregas: “Lontani dalle ambizioni del proprietario”
Poi su quelle che sono le ambizioni del proprietario: “La percentuale di crescita del Como? Difficile dirlo, siamo ancora lontani dall’ambizione del proprietario. Ora stiamo creando un percorso di crescita in tutto, anche di disciplina, rispetto e cultura del lavoro. Per avere una grande struttura bisogna avere una base forte, questo avviene giorno dopo giorno a Mozzate: io sono orgoglioso dei ragazzi, non si può cambiare tutto e subito”.
