Dal Palazzo Civico la conferenza di presentazione della tre giorni di inaugurazione: il Tempio granata è pronto a risorgere
A breve comincerà la conferenza stampa di presentazione della festa per l’inaugurazione del nuovo Stadio Filadelfia, in programma per 24, 24 e 27 maggio. Data simbolica quella scelta dalla Fondazione per l’incontro con la stampa, quella del ricordo del Grande Torino che proprio al Fila si guadagnò un posto nella Leggenda. Dalla Sala Orologio del Palazzo Civico interverranno la sindaca Chiara Appendino, l’assessore allo sport della Regione Piemonte Alberto Maria Ferraris, l’assessore allo sport della Città di Torino Roberto Finardi, il presidente della Fondazione Filadelfia Cesare Salvadori, il CdA della Fondazione e il Torino FC, nella persona del direttore generale Antonio Comi.
Comincia la conferenza con l’intervento di Salvadori: “Ringrazio la sindaca e saluto i presenti. Il 24 maggio ci sarà un’anteprima dell’inaugurazione nel corso della quale sarà scoperta una targa per Don Aldo e saranno presentati i pennoni nel piazzale della Memoria. Claudio Sala, Renato Zaccarelli, Moreno Longo e Paolo Pulici daranno simbolicamente il calcio d’inizio. Con l’occasione ringrazio i fondatori e tutti coloro che hanno reso possibile questo momento”. Interviene Giancarlo Bonetto, presidente del collegio dei Fondatori: “Abbiamo iniziato a lavorare prima della Fondazione, prima del 2011. Ci riunivamo e tutti ci vedevano come matti perchè dicevamo che lo avremmo ricostruito. Avevo giocato nel Toro da ragazzo e non potevo che continuare su questa strada. Poi finalmente il 28 marzo 2011 è nata la Fondazione e nel 2013 è arrivato Salvadori che ringrazio per le sue capacità e i suoi aiuti. Per me è un onore e un piacere avere il Filadelfia”.
Presente anche Claudio Sala che interviene: “Al Filadelfia abbiamo preparato tutto, le nostre vittorie e le nostre emozioni. Era uno stadio che a noi incuteva timore, ma quello è stato lo stadio in cui abbiamo costruito lo scudetto. Per fare risultati bisogna avere una casa e ora ce l’abbiamo”. La parola passa ora a Franco Ossola: “Mi faccio portavoce dei parenti delle vittime perché sono qui a Torino. La nostra emozione è grande e ringrazio tutti per la grande impresa: la festeggeremo insieme. I mattoni devono riprendere vita, quella stessa che avevano una volta. La Fondazione ce lo ha ridato, noi con la nostra passione dobbiamo ridargli vita”. Interviene l’assessore allo sport Roberto Finardi: “Credo che la città con il Filadelfia ritorni in possesso di un pezzo della sua anima. Per i tifosi del Toro, e io ho il difetto di esserlo, è come se ricomparisse la Mole Antonelliana che era sparita. E’ un momento importante non solo per il calcio, ma per la storia perché il Grande Torino ne è stato un pezzo importante. Da tifoso e da assessore mi sono chiesto perché ci sia voluto più tempo del necessario, ma ciò che conta è che ce l’abbiamo fatta finalmente: noi siamo il Toro, gli altri no”.
Ora è il momento di Ferraris: “Io, da assessore della giunta precedente, ho vissuto il momento della delibera comunale nel 2011. C’ero anche al momento della posa della prima pietra, il 17 ottobre 2015 ed ero molto emozionato. C’ero alla notifica dei contenuti, proprio qui, in questa sala, ma soprattutto c’ero il 4 maggio 2012, quando con il presidente del Consiglio comunale abbiamo deciso di dedicare la giornata al ricordo del Grande Torino. Voi avete scelto questa giornata per inaugurare, anche se solo a parole, lo Stadio e questo ha un significato molto importante”. Microfono che passa alla sindaca Chiara Appendino: “Credo che qui si sia ricostruito un pezzo importante della nostra storia. Quando parliamo di storia si può intendere in due sensi. Quella della nostra città, e siamo tutti orgogliosi del Torino, e quella del calcio: il Grande Torino è leggenda. Quindi queste due storie sono il motivo per cui questa città è orgogliosa di poter ricostruire un pezzo importante della nostra città. E’ stato solo un sogno per molti, per quasi 25 anni, che non si sarebbe potuto realizzare se i tifosi, la Fondazione e tutte le associazioni granata non ci avessero creduto”.