Il punto sull’arbitro Mariani che ha diretto la gara del Bentegodi tra Chievo e Torino

Confronto piuttosto corretto quello di ieri pomeriggio al Bentegodi tra Chievo e Torino, senza casi particolarmente spinosi per l’arbitro designato Maurizio Mariani.
Al 3’ tuttavia viene segnalata una posizione di offside molto dubbia all’attaccante del Chievo Inglese dall’assistente De Meo. Al 12’ una manata di Spolli sul volto di Belotti viene punita solo col calcio di punizione. Al 19’ De Silvestri in area granata anticipa in gioco aereo Inglese aiutandosi un po’ con le mani, il fischietto della sezione di Aprilia non interviene probabilmente considerando il contatto veniale. Al 33’ invece sorprendentemente non estrae il cartellino giallo all’indirizzo di Dainelli che colpisce Belotti con un intervento pericoloso a gamba tesa. Stesso metro di giudizio per un intervento (meno violento) in gioco pericoloso di Acquah su Radovanovic tre minuti più tardi, anche in questo caso concesso solo il calcio di punizione.

In apertura di secondo tempo non muta l’indirizzo arbitrale. Il direttore di gara soprassiede su una chiusura in scivolata in ritardo di Baselli su Birsa in area del Torino: in questo caso il centrocampista granata tocca Birsa sullo slancio, tuttavia lo sloveno aveva già tirato dopo aver approfittato, peraltro, di un controllo “proibito” col braccio. Da rivedere anche l’intervento un po’ al limite con il quale al 75’ Belotti ruba palla a Radovanovic propiziando il gol Falque. Nessun altro caso particolare da segnalare se non le due uniche ammonizioni che arrivano solo nell’ultimo quarto d’ora di gioco: giusta sia quella al 77’ per Zappacosta che ferma con un fallo tattico Castro dopo esser stato superato che quella a Kiyine per una netta trattenuta a Belotti all’80’. Mariani ha interpretato la gara certamente all’inglese, non fischiando molto né ricorrendo ai cartellini. Gli si può dare atto di una certa uniformità di giudizio nell’arco dei 95’ ma non si può dire che abbia sempre agito nel modo più opportuno né tantomeno che il suo metro corrisponda a quello del maggior parte dei suoi colleghi italiani. Decisamente positivo, invece, il trend statistico con i granata: con quella di Verona diventano ben sette le vittorie a fronte di un pareggio e due sconfitte.