Tifosi e addetti ai lavori si chiedono se sia stata la società a cercarsi questo problema, ingaggiando un giocatore che in carriera suo malgrado ha già collezionato diversi infortuni
Il 14 gennaio 2022 Mohamed Fares è stato ufficializzato dal Torino FC, preso in prestito dalla Lazio con diritto di riscatto fissato a 6 milioni. L’ingaggio del giocatore è di circa 1,2 milioni lordi da gennaio fino a giugno. Purtroppo per il laterale mancino, l’avventura granata è durata soltanto due allenamenti prima che riportasse l’infortunio che lo ha messo ko per il resto del campionato. Infatti la diagnosi è impietosa: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro con interessamento del menisco mediale. Oltre che fare gli auguri a Fares di pronta guarigione, i tifosi e gli addetti ai lavori si chiedono se sia stata la società a cercarsi questo problema, ingaggiando un giocatore che in carriera suo malgrado ha già collezionato diversi infortuni, tra cui la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, o se si possa parlare di semplice sfortuna.
È fuor di dubbio che alcune analisi prima di procedere con un acquisto debbano essere fatte e confido che Vagnati assieme ai suoi collaboratori abbia considerato tutto nel piatto prima di procedere a questa operazione. Anche perché, curiosando sul web, mi sono imbattuto in un pezzo scritto dal dottor Alberto Grassi, Chirurgo Ortopedico Presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, che nel settembre 2020 spiegava come il secondo infortunio al ginocchio di Zaniolo non fosse del tutto casuale (qui la spiegazione del medico). Ad un certo punto il dottor Grassi sostiene che “Un altro dato importante è che circa il 15% degli infortuni al crociato anteriore nella serie A rappresentano un re-infortunio allo stesso ginocchio già operato, mentre il 10% rappresentano un infortunio al ginocchio contralaterale. Arriviamo ad avere un alto rischio di reinfortunio a una delle due ginocchia in addirittura in 1 caso su tre quando parliamo di giovani calciatori sotto i 22 anni. Proprio come nel caso di Zaniolo. Ma sono tanti gli esempi degli ultimi anni come Arkadius Milik, Marco Tumminello, Guido Marilungo, Nicola Pozzi, Marko Pjaca, Sebastian Eriksson…” e Fares aggiungiamo noi. Quindi per il dottor Grassi il 33% dei calciatori sotto i 22 anni che subisce la rottura del crociato subisce una nuova rottura dello stesso legamento. Mohamed Fares, classe 1996, ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro nell’agosto del 2019 all’età di 23 anni, quindi fuori dalla statistica degli under 22 del dottor Grassi, ma rientra appieno nella casistica del 10 % su menzionato.
Questo per dire che è vero che investire su un calciatore che ha riportato un infortunio simile ha rappresentato un rischio, ma se volessimo affidarci agli studi condotti in materia, l’infortunio di pochi giorni fa sarebbe potuto anche non capitare. Anche perché se è un assioma infallibile quello che un giocatore infortunato subirà certamente un altro infortunio grave o altri infortuni, allora perché le società, oltre al Torino, continuano a mettere sotto contratto questi giocatori? Inoltre va anche detto che la società ha definito l’operazione Fares nei termini di un prestito con diritto di riscatto, vale a dire nel modo che tutela il Torino da qualsiasi imprevisto. E va detto che onestamente era il massimo che si poteva strappare come condizione perché è estremamente difficile trovare una società che ti presta un giocatore e che gli paga pure lo stipendio. Quindi approfittare del caso Fares (infortunatosi per giunta a seguito di un contrasto in allenamento) per attaccare la società granata, mi sembra soltanto pretestuoso. Lo sappiamo bene che chi dirige la società ha responsabilità di gestione inenarrabili, ma attaccarlo per ogni episodio sfavorevole, come può essere appunto l’infortunio di Fares, serve soltanto a creare l’alibi al presidente per non correggere le effettive responsabilità che ha (Filadelfia, Robaldo, ecc…), perché tanto potrebbe dire che le critiche ci sono per ogni cosa che fa e che dunque non hanno credibilità.
Si sente spesso dire in tono dispregiativo che un giocatore X “è rotto” perché ha riportato diversi infortuni. Oltre all’ineleganza dell’affermazione, l’infortunio rientra perfettamente nella vita di un atleta e di un calciatore. Ho personalmente giudicato Fares come calciatore dal punto di vista qualitativo, non dai suoi certificati medici che per altro non potrei nemmeno verificare per ovvie questioni di privacy, non idoneo a mio parere. Ma se, come dicono molti, Fares non andava preso perché, appunto, “rotto”, allora saremmo stati capaci anche di sputare sull’arrivo di un giocatore come Zaniolo? Eppure si è già operato ad entrambi i crociati! E Roberto Baggio non avrebbe potuto proseguire la sua carriera tra Bologna e Brescia perché era rotto. E visto l’Annus horribilis di Belotti, allora dovremmo dire che forse è un bene che non rinnovi visto che in questa stagione il campo l’ha visto giusto un paio di volte? Non scherziamo! Purtroppo la carriera di un giocatore può essere costellata da infortuni. Il termine rotto quest’anno è stato affibbiato a Pjaca, a Praet, salvo poi farci stropicciare gli occhi per i loro numeri messi in campo. Pjaca ha vissuto due infortuni gravi nel 2017 e nel 2019 per rispettivamente una lesione e una rottura di un legamento crociato. Da allora, salvo comuni infortuni muscolari, Pjaca sembra aver trovato una condizione stabile. A mio parere un giocatore “rotto” non può fare i numeri che sta portando avanti il trequartista croato. Allo stesso modo Praet è fondamentale nelle dinamiche di squadra di Juric e salvo lo stop di inizio stagione, motivato da mister Juric come un problema dovuto anche al cambio di tipologia di allenamento, allora forse dovremmo essere più equilibrati e meno isterici nel commentare certe situazioni che, a mio modo di vedere, rappresentano spesso delle fatalità.
Sarebbe una responsabilità della società, invece, se a seguito di questo imprevisto, non si ricorra ai ripari. Perché se si era deciso che Aina doveva andare via perché non adatto, Vagnati ha il compito di trovare un’alternativa a Fares. Staremo a vedere.
A me non è mai piaciuto sparare a zero per partito preso, ma negli anni non è certo la prima volta che ci capita una situazione del genere, una volta è Gonzalez, un’altra è Lyanco, un’altra ancora è Avelar, adesso Fares. Qualcosina che non va, così…a naso, non mi pare… Leggi il resto »
Il problema è che poi Avelar, dopo 2 anni di inattività da noi è andato in Francia con 25 presenze e qualche gol poi in Brasile con oltre 60 presenze. Così come aveva fatto 31 presenze nell’ultimo anno a Cagliari più 40 nei 2 anni precedenti. Da noi no, da… Leggi il resto »
Comunque ho letto su wikipedia che si è rotto il crociato pure in Brasile: 8 mesi fermo. Che devo dirvi? La sfiga per noi non è certo una novità, andarsela pure a cercare è perseverare,
Veramente sfortunato
NOn e’ una triste fatalita’ ma una chiara incapacita’ della societa’ che non ha ascoltato l’allenatore che prima dell’infortunio aveva esposto molte riserve sulle condizioni fisiche del giocatore.