Oggi il Torino gioca da squadra, nei due anni scorsi no. Oggi il Torino dà la sensazione di poter dire la sua contro chiunque, nei due anni precedenti, no.

C’era una volta a Torino Gian Piero Ventura. Prima di diventare commissario tecnico della nazionale italiana, Ventura ha guidato i granata dall’estate del 2011 fino al 2016. All’inizio della sua esperienza, come molti ricorderanno, prese il Toro in Serie B dopo la disastrosa stagione iniziata con Franco Lerda in panchina e conclusa con l’ottavo posto in classifica. Ventura, voluto da Petrachi, iniziò un progetto che oggettivamente portò il Torino a consolidarsi in Serie A. L’ex tecnico del Bari, nella sua duratura esperienza sulla panchina granata, era solito ricordare a più riprese il punto di partenza e il fatto che il Torino pochi anni prima giocasse a Cittadella. Questo ripetere come un mantra dove fosse il Toro al suo arrivo, nel tempo ha indispettito (a ragione) gran parte della tifoseria, tanto che oggi, quando si vuole ironizzare su Ventura, spesso e volentieri si ricordano proprio le sue dichiarazioni sulla partenza da Cittadella. Se questo ragionamento del tecnico genovese poteva avere un senso il primo o il secondo anno di Serie A, nelle stagioni successive non aveva più tanto senso. Il portare avanti il concetto di non dimenticare il punto di partenza, per spiegare partite scabrose o sconfitte cocenti o i tanti derby persi, veniva visto più come un giustificarsi.

Oggi il Torino FC, con tutti i suoi limiti e con la sua gestione presidenziale, ha iniziato un nuovo progetto tecnico incentrato sulla figura di Ivan Juric. Sono passate dieci giornate di campionato e nel turno infrasettimanale (che si concluderà questa sera) il Torino ha perso di misura a San Siro contro il Milan, pur non demeritando affatto. Tuttavia tra i tifosi è tutto un profluvio di commenti negativi, volti ad evidenziare come in fondo non sia cambiato nulla, che il Torino in 10 partite ha perso il 50% delle gare e che contro Atalanta, Juventus, Napoli e Milan, si continua a perdere esattamente come nelle due stagioni precedenti. Se i numeri possono dar ragione a coloro che si manifestano più pessimisti, ritengo ingiusto e profondamente miope non constatare gli oggettivi progressi che il Torino di Juric ha mostrato in queste prime dieci giornate. È vero, i risultati sono solo leggermente migliori rispetto all’anno scorso, ma rispetto al biennio precedente la sensazione di potersi giocare le proprie chance oggi il Torino ce l’ha. Inoltre la squadra, per gran parte, è quella delle ultime due stagioni. Dunque oggi più che mai vale il discorso di venturiana memoria, ossia “ricordiamoci da dove siamo partiti.” Chi non evidenzia gli oggettivi progressi fatti dal Torino di Juric, focalizzandosi sui risultati è semplicemente in malafede. Oggi il Torino gioca da squadra, nei due anni scorsi no. Oggi il Torino dà la sensazione di poter dire la sua contro chiunque (anche se poi può uscire sconfitto), nei due anni precedenti, no. L’inizio del progetto di Juric è certamente positivo, soprattutto se consideriamo che la base di partenza è praticamente quella dell’anno scorso. Per cui, parafrasando Ventura, ricordiamoci che gli anni scorsi contro Atalanta e Milan, in casa, il Torino subiva 14 gol, oggi no. Oggi ce la giochiamo e ci rammarichiamo di dominare e perdere, di dominare e non tirare. Sono d’accordo, è frustrante perdere quando comunque crei i presupposti per andare a rete e non si riesce a concretizzare, ma partite come quella contro il Milan ce la sognavamo. Vuoi per Belotti fuori forma, vuoi per sfortuna, vuoi per Sanabria non brillantissimo, il Torino a Milano ha macinato gioco, purtroppo però le occasioni sono state vanificate.

E allora cerchiamo di trovare un minimo di equilibrio e di mantenere la fede granata. Ricordiamoci che contrariamente a ciò che dice qualcuno lontano dal mondo granata, vincere è sì importante, ma non è l’unica cosa che conta. Soprattutto se parliamo di un progetto sportivo che è agli inizi. Confido che la classifica del Torino di oggi non sarà quella di maggio prossimo. Juric ha già cominciato a pungolare la società per il mercato di gennaio. Non sappiamo se la dirigenza sceglierà di accontentare il tecnico sul serio, ad ogni modo sono certo che l’attuale allenatore darà un contributo enorme al miglioramento del Torino e i numeri di fine anno diranno che il Torino sarà migliore rispetto a quelli dei due anni precedenti. Se così non sarà sarò il primo a cospargermi il capo di cenere, nel frattempo voglio sostenere la squadra e il mister che stanno dando il massimo.

Ivan Juric
Ivan Juric
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ultimo aggiornamento: 28-10-2021