Partita di andata giocata da RCS/Cairo in casa e persa alla grande (arbitrato) ed ora partita di ritorno a New York
Il 30 giugno è giunto e trascorso e tutto è andato come avevo ipotizzato in un recente pezzo, che titolai “Verso il gran finale”: partita di andata giocata da RCS/Cairo in casa e persa alla grande (arbitrato) ed ora partita di ritorno a New York. Forte della straripante vittoria nel lodo arbitrale contro RCS ed Urbano Cairo, ove è miseramente crollato il loro castello difensivo fondato su una fantasiosa ipotesi di usura, che avrebbe visto Blackstone (uno dei più grandi gruppi finanziari al mondo) nei panni dell’usuraio e RCS nei panni della vittima, al momento della cessione, da parte di questo secondo al fondo americano, del Palazzo di Via Solferino avvenuta nel 2013, Blackstone, a mezzo dei propri legali ed entro il termine ultimo del 30 giugno, ha infatti formalmente richiesto la ripresa del processo contro RCS ed Urbano Cairo avanti alla Corte Suprema di New York, precedentemente sospeso in attesa del lodo arbitrale italiano; in gergo calcistico è iniziata ufficialmente la partita di ritorno.
Una formale richiesta di ripartenza del giudizio con piena conferma da parte degli americani, anche se voci milanesi davano per certa una riduzione degli importi ed un’ipotesi conciliativa, del quantum di danno risarcitorio già precedentemente azionato, ovvero 300 milioni di dollari in carico a RCS, per il danno contrattuale derivante dalla mancata vendita del manufatto di cui sopra al gruppo Alianz, e 300 milioni di dollari in capo a Urbano Cairo, per il danno d’immagine patito a seguito del comportamento da questi tenuto e tradotto nell’atto depositato avanti alla Corte Suprema di New York in una “interferenza diffamatoria e dolosa” con connesso “ricatto sfacciato”.
Complessivamente quindi 600 milioni di dollari ovvero 506 milioni di euro, che però è errato indicare nel suo insieme, come invece leggo su molti giornali. Un mezzo di tale importo ha infatti propria ragione nel danno contrattuale ed è di univoca competenza di RCS, mentre l’altra metà ha propria esclusiva ragione in un comportamento personale di Urbano Cairo; un comportamento a rilevanza sin’anche penale (diffamazione e, a mio pare, anche calunnia avendo sostenuto l’ipotesi di usura) con ricaduta risarcitoria esclusivamente su quest’ultimo. In Italia si verterebbe nella classica responsabilità extracontrattuale o meglio detto da fatto illecito, di cui all’art.2043 e segg. cod.civ., e la distinzione, ora fatta, tra le due richieste risarcitorie di Blackstone non è certo cosa da poco, giacché, stante la natura extracontrattuale della domanda risarcitoria formulata da Blackstone nei confronti di Urbano Cairo, la cui ratio sta nell’azione illecita della persona fisica, ritengo possa considerarsi nulla e/o inefficace la manleva dal medesimo fattasi dare dal CdA (da lui nominato qual socio di maggioranza) di RCS; una manleva che, oltre ad essere palesemente a scapito degli azionisti e dei risparmiatori, va, secondo il qui scrivente, ben oltre le competenze ed i poteri di un CdA.
Tornando all’atto depositato da Blackstone nella giornata di ieri avanti alla Corte Suprema di New York, informazioni avute da oltreoceano mi dicono trattarsi di un atto che rasenta la perfezione giuridica, nelle sue oltre 40 pagine in cui vengono puntualizzate ed esplicitate, con precisione chirurgica, ben 139 eccezioni (contestazioni) sull’operato di Cairo nella vicenda. E che quest’atto, pietra miliare del processo ora ripartito, rasenti la perfezione giuridica non v’era comunque dubbio alcuno, visto che è stato studiato, predisposto e redatto da uno dei maggior studi legali del pianeta: lo studio legale KIRKLAND & ELLIS LLP. Uno studio legale internazionale, fondato nel 1909 a Chicago, che è oggi lo studio legale con il maggior fatturato al mondo: 4,83 miliardi di dollari nell’anno 2020 (sì, avete letto bene: quasi 5 miliardi di dollari annui!), generati dall’attività di ben 15 studi sparsi tra USA, Europa e Asia, con oltre 2100 dipendenti non avvocati e ben 2310 avvocati operativi.
E quando si dice avvocati operativi, basta scorrere i nomi di coloro che ultimamente hanno occupato le scrivanie dello studio per restare allibiti per l’altissimo livello espresso dal suo staff avvocatizio; solo per fare qualche nome: il giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh, l’ex consigliere dell’amministrazione Obama Neil Eggleston, l’ex giudice della corte d’appello federale Robert Bork, il consigliere speciale dell’amministrazione Clinton Ken Starr, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale della presidenza Trump John Bolton, l’ex procuratore generale degli Stati Uniti d’America il William Barr, gli ex segretari del lavoro e della salute della Casa Bianca Alexander Acosta e Alex Azar… Nomi da far tremare chiunque anche giocando in casa, se poi la partita la si deve andare a giocare a casa loro (Corte Suprema di New York), dopo aver perso l’andata in casa propria (arbitrato), non si riesce neppure piĂą a tremare… Tanto per fare un paragone, lo studio Bonelli Erede Pappalardo, che assiste Urbano Cairo e RCS ed è uscito sconfitto dall’arbitrato italiano, ha fatturato, nel 2019, 230 milioni di dollari.
Unica novità , rispetto all’originario radicamento del giudizio poi sospeso a seguito del detto arbitrato, è l’aver Blackstone chiesto la riunione dei due procedimenti in essere, Blaackston/RCS e Blacksone/Cairo, una ovvia ed ordinaria riunione per connessione che comunque nulla apporta rispetto alle due domande risarcitorie formulate.
Cari Fratelli di Fede, per ora mi fermo qui, ma sarà mia premura darvi immediata informazione su questa vicenda, al momento in pieno itinere, non appena qualcosa andrà a bollire nuovamente in pentola… E lo farò a breve, anche con riferimento alla vicenda tutta italiana del fronte aperto dal professor Paolo Savona, presidente CONSOB, su RCS / Cairo, di cui si per ora notizia dell’apertura di un fascicolo, con richiesta di accontamento di somme a bilancio per il caso di sconfitta giudiziaria contro Blackstone.
In ultimo due righe per far chiarezza su qual sia il percorso di collegamento tra RCS ed il Torino F.C.: RCS è controllata dalla Cairo Communication spa che, a sua volta, è controllata dalla UT Communication, società anche proprietaria (socio unico) del Torino F.C., che vanta un patrimonio netto di 164,75 milioni.
Senza entrare nel merito della questione. Mi sembra veramente paradossale che molti presunti tifosi del toro vedano qualcosa di positivo in una eventuale vittoria della multinazionale Blackstone in questa vicenda. Siamo veramente arrivati, a livello di autolesionismo, ad un punto di non ritorno.
Nel frattempo, salvo Marengo, perchè almeno a suo tempo, si diede da fare per slvare il toro (non si limitò cioè a scrivere e a usare la tastiera o, in quel caso, la macchina da scrivere) Ma per il resto, sono giĂ diversi articoli sulla vicenda BS/RCS/Cairo, che raccolgono tanti… Leggi il resto »
No no la palla passa in mano a te giddi
Ho guardato il video su toro.it. Fatico a vedere in questa figura (Marengo) il salvatore (a suo tempo) del Toro. Ma ho sempre a vuto buona memoria e il dono della riconoscenza A lui vorrò sempre bene Vedo in lui molto astio ora, avrĂ le sue ragioni che non conoscndo… Leggi il resto »