L’ex presidente del Torino, l’avvocato Pierluigi Marengo, prima del derby torna con la sua rubrica Il Sognatoro
Pareggio. Un punticino che ci peggiora ulteriormente la classifica, risultando ora due le lunghezze da recuperare sulla quart’ultima.
Pareggio. Una divisione della posta per Belotti ascrivibile ad un quarto d’ora di stupidità . Per altri, tra cui il sottoscritto, ad una totale mancanza di carattere unita ad una pericolosa instabilità mentale di gruppo, in brodo di società inesistente. Per altri ancora ai motivi più vari: inadeguatezza di molti giocatori in rosa, incapacità del mister nel motivare il gruppo, mercato estivo totalmente sbagliato. Forse la verità sta in un preciso mix del tutto o, forse, in un qualcosa di molto più complesso e profondo o, magari, nel semplice fatto che questo è il Torino voluto dalla sua proprietà . Andiamo ora alla partita con i ciclisti.
Un primo tempo con un Toro pimpante, che ha saputo far girar la palla, controllando discretamente il gioco. Un paio di giocatori decisamente sopra la media: Singo e Belotti. Un secondo tempo di pura marca sampdoriana sino al goal del due a uno; il Toro sparito, non rientrato in campo, con giocatori incapaci anche delle giocate piĂą semplici. Un secondo tempo, dopo il goal del vantaggio doriano, che cambia nuovamente maglia e vede un Torino finalmente uscito dallo spogliatoio, capace di imbrigliare il gioco avversario e riproporsi quale squadra che cerca la vittoria.
Così raccontata (e tale è stato il racconto dei media) parrebbe persino esser stata una bella partita, piena di rovesciamenti di fronte e ricca di gioco e agonismo. Invece non è stato altro che uno scontro tra due squadra misere sotto il profilo del gioco e ricche di piedi rubati ad altri sport. In un’ora e mezza di pochezza tecnica e scarsa capacità di sviluppare gioco propria di entrambe le contendenti, due soli giocatori per parte hanno fatto la differenza in campo, generando quelle temporanee predominanze. Per noi un mai esausto Belotti e la sorpresa, che ormai sorpresa non è più, Singo. Per i ciclisti Candreva e Quagliarella. Gli altri… lasciamo perdere. Se poi si voglion dare delle sufficienze nei pagellini si faccia pure, così si evita che l’amico Piero Venera, retribuito per fare ciò, il giorno dopo telefoni alle redazioni protestando. Son comunque sufficienze del tutto fasulle, con un fasullo comprovato ed attestato dalla classifica: non possono esser giudicate sufficienti le prestazioni di metà dei giocatori di una squadra terz’ultima in classifica!
Personalmente mi frega ben poco che Meitè abbia segnato o che Linetty abbia tenuto la posizione o che Rincon abbia vinto qualche contrasto; se siamo terz’ultimi è perché abbiamo un centrocampo inguardabile ed incapace di far gioco e loro tre sono i centrocampisti che vanno in campo. Se poi guardiamo alla difesa, mi viene veramente da ridere quando leggo giudizi positivi sulle prestazioni dei vari Bremer, Lyanco, Rodriguez. Per loro parlano i numeri e son numeri che non ammettono ne se ne ma. In nove partite, divenuto Salvatore solo più di nome colui che per anni ci ha tenuto a galla, i tre prodi difensori han permesso agli avversari di deporre la sfera nella nostra rete ben 22 volte, regalandoci il triste ruolo di peggior difesa del campionato.
Numeri, numeri che parlano chiaro e ridicolizzano tutte quelle pagelline ricche di sufficienze a giocatori di difesa o di centrocampo. Numeri che però ci indicano una piena sufficienza per l’attacco, visti i 16 goal segnati; ma è sufficienza fasulla se riportata all’intero comparto offensivo, perché drogata dalle ripetute super prestazioni del Gallo… lui si sempre esemplare, lui si sempre oltre la sufficienza, non certo Zaza o il fantasma Bonazzoli o quel Verdi strapagato, ancora fermo al palo e con una media goal di 1 rete ogni 1.300 minuti giocati.
In sintesi, quindi, una squadra completamente da ricostruire attorno a Bellotti e pochi altri, tra cui ovviament Singo. Ma sappiamo tutti che ciò non avverrà e lo sappiamo in ragione di quindici lunghissimi anni di nulla sul mercato, se non una spasmodica ricerca di plusvalenza sulle uscite. Temo per Singo.
La dimensione che qualcuno ha voluto da sempre dare al Torino è questa. Un’anonima squadretta che galleggia senza ambizione nella serie A; una botta di culo ci catapultò due volte in EL, una botta inversa ci sta catapultano verso la cadetteria. D’altra parte, quando si fa spesa nel supermercato doriano, non si trovano certo articoli di pregio, tutt’al più si può mettere nel carrello qualche prodotto di sottomarca, magari pure sul filo della scadenza. E sabato ci sono i gobbi!
Caro Avvocato Marengo la stimo x quanto fatto ma se siamo in questo limbo da 15 anni qualcuno poteva fare meglio.Si può sempre prendere altre decisioni e nn penso sia stato costretto con la forza a cedere il Toro(allora lo era ancora) a un misero personaggio appena riabilitato da gravi… Leggi il resto »
Dissento sul termine societĂ .
A pelle ricorda qualcosa di vagamente organizzato, qui invece siamo a qualcosa di laidamente disorganizzato.
Leggo l’articolo e come sempre sono d’accordo. Ma questa volta metto un paletto, perchĂ© non colgo appieno il senso de : “ l’amico Piero Venera”. Beh questo sarĂ amico tuo , caro Gigi e tienitelo stretto. Per quanto mi riguarda lo vedrei bene al Cenisia , al Caselle oppure al… Leggi il resto »