Dopo lo sfogo di Juric il club si è dato una svegliata nelle ultime 72 ore: ma la sensazione resta la solita, quella di un Torino incompiuto

Sette operazioni in entrata, perché definirli acquisti sarebbe obiettivamente scorretto. Il primo è stato Berisha, poi sono arrivati Warming e Pjaca. A campionato iniziato è arrivato Pobega e dopo lo sfogo clamoroso di Juric in 72 ore il Toro ha chiuso per tre rinforzi: Praet, Brekalo, la giovane speranza Zima e forse Mustafi. Dappertutto si è scritto e letto di un club granata grande protagonista, addirittura di Toro scatenato ma la verità oggettiva è un’altra: è stato necessario il battere i pugni sul tavolo dell’allenatore per smuovere le acque. Eppure il mercato del Torino Fc è stato come al solito di rimpianti, seconde scelte, prestiti (uno addirittura secco) e tante, forse troppe, scommesse. Non sappiamo se Juric sia soddisfatto o meno di quanto alla fine raccolto ma di sicuro sappiamo che tante prime scelte non sono arrivate. Per esempio Il tanto rincorso, per mesi, Messias è finito al Milan e non per 10 milioni subito bensì con un prestito oneroso con diritto di riscatto, la formula più amata dal duo Cairo-Vagnati: c’è da domandarsi quale sia stata l’offerta granata per non andare a segno, sempre che ci sia stata davvero. Serviva un difensore centrale più esperto: al netto di Mustafi (e delle sue condizioni fisiche) per sostituire Nkoulou e Lyanco a Juric sarebbe servito un giocatore subito pronto in quel ruolo. Amrabat sarebbe stato l’elemento fondamentale di fianco a Mandragora per alzare la qualità del centrocampo, ma la dirigenza non è stata in grado di sfoltire la rosa dai tanti esuberi, come Rincon.

E qui si apre un’altra crepa enorme nel mercato granata: le uscite. La rosa è rimasta sovradimensionata e ci sono tanti giocatori ormai ai margini del progetto tecnico che pesano sulle casse del club: fare i nomi è fin superfluo, tanto sono sempre gli stessi ormai da mesi. In questo sicuramente Vagnati ha perso un’occasione: alleggerire l’organico per avere più margini di manovra per rinforzare la squadra. E non possiamo far finta di niente riguardo un’altra questione che inevitabilmente andrà a pesare sulle scelte future di mercato e pure sullo spogliatoio: il nodo Belotti. Ciò significa che, a meno di un accordo per il rinnovo che al momento sembra lontano, il capitano del Torino a febbraio potrà accordarsi a parametro zero con un’altra squadra. L’ennesimo errore di gestione che pesa su un mercato che non può essere classificato come esaltante. Se poi sarà sufficiente per raggiungere gli obiettivi (ma quali sono poi questi obiettivi?) lo dirà solo il campo. 

Urbano Cairo e Davide Vagnati
Urbano Cairo e Davide Vagnati
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ultimo aggiornamento: 01-09-2021


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WGranata76
WGranata76
3 anni fa

Sulla linea generale dell’autrice concordo, ma meno sui dettagli. Sicuramente è stato il minimo sindacale perché rispetto a quello che ha mostrato Juric sinora si preannuncia un cambio di modulo o un adattamento di molti giocatori a ruoli diversi dal proprio. Sulla difesa mi trovo d’accordo sul tema della lacuna… Leggi il resto »

duane
3 anni fa
Reply to  WGranata76

Disamina esaustiva, concordo su tutto

ale_maroon79
3 anni fa

Più che un Torino “incompiuto” a me pare “confuso”. Pochi giocatori realmente funzionali all’allenatore e tanta zavorra costosa, giocatori abbarbicati come le cozze al loro contratto milionario che però attualmente non hanno più nessuna utilità. Non è il mercato di quest’anno il problema, anzi è stato uno dei meno peggio… Leggi il resto »

paolo 67 (tabela)
3 anni fa

Possono anche essere 3 buoni acquisti ma la cairesefc é sarà sempre una scatola vuota, su cui nn si può costruire nulla.

urto (andrea)
3 anni fa

Esatto. Col nano mai si farà qualcosa.

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Bastava poco per riaccendere l’entusiasmo