Presto per fare processi ma pure per pensare che il Toro sia tornato il solito, sciupone e mediocre: l’allenatore è solo all’inizio del suo lavoro

Sarebbe facile dire che quello visto contro il Lecce è stato il solito Toro, quello che ad un passo dal traguardo anche più piccolo – in questo caso il primato per un’altra settimana – si sfalda. Sarebbe facile ma pure ingeneroso, perché parliamo di una squadra che per quanto mostrato finora in questo primo scorcio di campionato merita fiducia. La merita perché il lavoro di Vanoli è soltanto all’inizio, perché non sarebbe giusto che il suo Toro fosse equiparato a quello precedente. E anche perché, questo ieri è stato ben chiaro, l’allenatore ha di fronte a sé un compito non facile, ossia quello di far rendere al meglio dei giocatori molti dei quali sulla carta decisamente inferiori a quelli di cui hanno preso il posto. Gli esterni sono un piccolo esempio, ma al di là delle prestazioni dei singoli è bene registrare questa come una partita che in un percorso lungo può capitare di non interpretare al meglio. L’importante è che però squadra e allenatore siano in grado di non disperdere il grande entusiasmo che c’è intorno al Torino (non al suo presidente, ancora contestato). Quasi 25 mila spettatori ieri, uno stadio che ha sostenuto dall’inizio alla fine il Toro (e anche oltre, perché dalla Maratona sono arrivati applausi ai giocatori a fine partita). Insomma, il credito non sarà infinito ma dopo quattro partite e otto punti, come Inter e Juve, non sarebbe equilibrato pensare che sia già tutto finito.

Paolo Vanoli
Paolo Vanoli
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ultimo aggiornamento: 16-09-2024