La difesa a tre è un’opzione non solo d’emergenza: il Torino può cambiare volto per un periodo. Giampaolo si smentisce, ma con strategia
Il 23 ottobre scorso, Marco Giampaolo sorrideva davanti alla telecamera. Quasi imbarazzato. Il suo Torino era uscito con un 3-3 dal campo del Sassuolo, giocando l’ultimo quarto d’ora con la difesa a tre. Per lui, un talebano (parole sue) del 4-3-1-2, era la prima volta. E disse: “In futuro cercherò di usarla sempre meno”. La vedeva, allora, come un’ancora tattica per un gruppo ancora smarrito, ma anche come un’abiura al suo credo. La ripropose nel finale contro la Lazio, uscendone distrutto. A San Siro, contro l’Inter, il 3-5-2 iniziale sembrava la soluzione di emergenza, viste le tante assenze. Ma nel primo tempo il Toro ha giocato forse il miglior calcio della stagione, salvo poi affondare sotto i colpi di Lukaku e dei fantasmi.
“Qui nessuno dorme”: Conti preannuncia la nuova strada del Torino
Anche per questo, dall’Entella in poi, l’atteggiamento tattico adottato sia da Mazzarri che da Longo – con le dovute differenze di interpretazione – non sarà più solo un rattoppo. Basta riascoltare il commento di Francesco Conti -che di Giampaolo è il fidato vice – dopo la vittoria in Coppa Italia: “Qui nessuno dorme. Il 3-5-2 è un’opzione che ci riserviamo per il futuro perché vogliamo sempre percorrere la strada più funzionale alla squadra. Ma non rinneghiamo il lavoro precedente”. Non si rinnega ma si cambia. Almeno per un po’. Lo staff tecnico vuole venire incontro ai giocatori, ancora nel vortice di cattivi pensieri sviluppatosi, con forza dirompente, nella passata stagione. E l’abito tattico può essere un appiglio.
Giampaolo tende una mano al gruppo, che ora deve ripagarlo
Di certo, si scriveva qui su Toro.it dopo la sconfitta contro l’Inter, questa svolta è figlia di un mercato deficitario. Ma è anche leggibile come la presa di coscienza di un allenatore, Giampaolo, capace di contravvenire ai suoi dogmi pur di agevolare il materiale umano che si è trovato a gestire dalla panchina granata. Dimostrando coraggio – perché negarlo -, oltre al pragmatismo.
Per una mano tesa in aiuto ce n’è un’altra che pretende la ricompensa. Dopo aver aiutato il gruppo, insomma, il tecnico ora vuole risultati. E non solo contro il modesto Entella, ma soprattutto a partire dalla sfida contro la Sampdoria di lunedì: la giusta via di mezzo tra l’ardua San Siro e l’agevole Coppa Italia.
C’è poco da dire, sono sicuro che tutti stanno cercando di fare il massimo nelle proprie possibilità, purtroppo c’è un alone di pessimismo che impedisce di prendere il volo, il lavoro che ha fatto Giampy si vede eccome, il possesso palla che facciamo quest’anno gli anni passati ce lo sognavamo…… Leggi il resto »
“L’unico modo di trovare serenità è cacciare il presidente“.
L’unico modo di cacciare il presidente è trovarne uno nuovo
2 delle 3 prestigiosissime vittorie stagionali in partite ufficiali sono state conseguite contre squadre liguri e lunedi c’è la Samp.
Ci rifletterei sopra.
E’ il suo lavoro trovare soluzioni tattiche con il materiale tecnico che ha a disposizione. Presi singolarmante abbiamo giocatori che molte squadre di A si sognano ed alcuni che farebbero comodo anche alle prime della classe. Qui non stiamo parlando di competere per vincere qualcosa dove risiedono le colpe societarie… Leggi il resto »
Quali sarebbero quelli che farebbero comodo alle prime della classe?
Sicuramente Sirigu, Belotti, Singo e Bremer. Poi l’N’Koulou e l’Izzo del campionato 2018/19 sono finiti o lo sono solo da noi? I giocatori vanno contestualizzati altrimenti non se ne percepisce il reale valore, vedi il disastro di Bonucci al Milan, sembrava perso o l’esordio di De Light alla Juve sembrava… Leggi il resto »