Fiducia e qualità: sono le parole chiave, quelle alla base del lavoro di Longo. Con la vittoria sul Brescia i granata vedono più vicina la salvezza

Fiducia. Qualità. L’una si esalta se accompagna l’altra e non è un caso che Longo abbia scelto di richiamare l’attenzione su questi due concetti, una volta terminata la partita, in quell’abbraccio in mezzo al campo con la squadra, dopo la vittoria. Avere fiducia nei propri mezzi permette di giocare con serenità e mettere in mostra le proprie qualità. E allo stesso tempo mettere in campo qualità dà fiducia e diventa anche per l’intera squadra vera e propria benzina. Per questo Longo continua imperterrito ad insistere. A difendere la squadra, a difendere la qualità dei suoi giocatori, a difendere anche il proprio lavoro e quello dello staff. Allenatori, collaboratori ma anche psicologici. Non serve chissà che scienza per capire che dopo un’annata come la scorsa questi giocatori forse pensavano di poter vivere di rendita, di tirare a campare perché oggi o domani i risultati sarebbero arrivati senza il minimo sforzo. Passati i mesi, cambiato allenatore, la consapevolezza di dover dare di più come gruppo, come squadra, è diventata la missione più importante.

Il Toro ha difetti che Longo non potrà cancellare ma ha qualità che all’allenatore preme mettere in luce. Perché è una squadra che sembra doversi ricordare ciò che è in grado di fare. E così si spiega la corsa di Asta verso i giocatori sul 2-1, così si spiegano le urla di Longo anche sul 3-1, anche a partita praticamente finita, sempre ad incitare, sempre a tenere alta la tensione. Così si spiega la presenza di Izzo e Baselli in tribuna, a far sentire la propria vicinanza ai compagni.

Il Toro deve ricordarsi come si fa a lottare per sopravvivere, innanzitutto. Sembrava averlo rimosso, dopo ieri sera forse sarà consapevole di avere sempre due possibilità, ad ogni partita. Con la speranza che prenda di nuovo la decisione giusta.

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ultimo aggiornamento: 09-07-2020