L’allenatore sogna l’Europa e ha stima dei suoi giocatori, convinto che la squadra abbia i mezzi per lottare
Molti penseranno che occasioni e spettacolo servono a poco se poi a fine partita i punti raccolti sono zero. E non è sbagliato pensarlo, considerato che anche contro la Lazio il Toro ha palesato la grande difficoltà che ha di segnare. Juric si è divertito, parole sue, i tifosi forse meno, immaginando quello che poi sarebbe accaduto. Vista da un’altra prospettiva, però, la prestazione dei granata contro i biancocelesti – quella del primo tempo soprattutto – è di quelle capaci di dare la giusta spinta in vista di altre due gare fondamentali, quella di lunedì contro la Roma e del sabato successivo contro la Fiorentina. Sì, il Toro non ha capitalizzato la mole di gioco prodotta e sì, si è fatto beffare da un’avversaria che non avrebbe meritato di vincere, però ha di fronte a sé la possibilità di scegliere di crederci, di ripartire con convinzione dal primo tempo di ieri sera. L’altra strada sarebbe quella di rendersi conto di non essere abbastanza: non una scelta intelligente in questo momento. Ecco perché nei due giorni, non molti di più, che Juric avrà per preparare la sfida di Roma contro i giallorossi sarà fondamentale insistere su questo aspetto, che poi è quello di cui l’allenatore già parlava qualche ora fa. Pensare che una squadra con una difesa che concede pochissimo – in realtà è successo anche ieri – con un Bellanova che va come un treno, con un Vlasic che ha mostrato quanto sia in grado di fare la differenza e con uno Zapata costante spina nel fianco per gli avversari si possa andare a giocarsela con chiunque. Il Toro ha una rosa superiore alle altre squadre che lottano per l’Europa? No. Però dove non arrivano le gambe arriva la testa. Quella di Juric insegue l’obiettivo: bisognerà capire quanto la squadra prenderà esempio dal suo allenatore. E quanto sarà capace di cullare lo stesso sogno.