L’allenatore serbo ha vestito i panni del ds: dopo anni i granata hanno un vero regista e hanno risolto la questione portieri scegliendo un numero uno
Qualche colpo di scena, operazioni dell’ultimo minuto e attese interminabili: il Toro in questa sessione non si è fatto mancare nulla. Mercato totalmente targato Sinisa Mihajlovic: è stato il tecnico serbo a muovere i fili, a dare indicazioni, a trovare la quadra dopo aver ereditato una squadra che non lo convinceva del tutto. Ha avuto il coraggio, l’allenatore serbo, di bocciare alcuni degli acquisti del ds Petrachi: non ha guardato in faccia nessuno escludendo dal progetto quel Tachtsidis ritrovatosi a Torino per caso e dopo meno di un mese già altrove – ringraziando Capozucca e il Cagliari, o per motivi di “lista” avrebbe trascorso in tribuna i prossimi quattro mesi – e ha espresso perplessità per Ajeti, rimasto in rosa ma solo per il mancato tesseramento di Simunovic (a proposito: gestione pessima dell’operazione, e nessun piano B considerato che tutti erano a conoscenza delle condizioni fisiche del difensore croato).
Bocciature nuove e vecchie: nel giro di pochi giorni il Toro ha salutato anche Ichazo, Silva e Jansson perché Mihajlovic ha chiesto profili diversi, giocatori pronti e non eterne promesse. E grazie all’intervento di Lombardo è arrivato Joe Hart: profilo internazionale, qualità da leader, grande esperienza. Il tecnico granata ha avuto il coraggio di mettere davvero in discussione Padelli evitando contemporaneamnete un pericoloso eterno ballottaggio con Gomis: dentro un vero numero uno, mentre il valtellinese sarà il secondo, che poi è il ruolo per il quale era stato acquistato prima che Gillet cadesse in disgrazia.
Ljajic, Falque ad inizio sessione, poi Hart colpo a sorpresa (che ai più sembrava impossibile) e Valdifiori, il regista atteso da anni. Sono i quattro big (senza dimenticare Belotti) che il Toro sfoggerà nel corso del campionato. Quattro come i big che sono partiti: Glik, Peres, Maksimovic e Immobile (quest’ultimo con una storia diversa dagli altri tre). E a giudicare da questi nomi, il colpo di coda finale – che ha portato portiere e regista – ha salvato un mercato che non sarebbe altrimenti stato così positivo.
Il Toro ha risolto in 48 ore i problemi degli ultimi anni – l’assenza di un portiere affidabile e di un vero regista – ma ha sottovalutato la questione Maksimovic: l’insofferenza del giocatore ha portato i granata a dover correre ai ripari troppo tardi, non avendo la possibilità di dare a Mihajlovic un rinforzo all’altezza. Per farlo, il presidente avrebbe potuto investire il denaro che potenzialmente arriverà nelle casse granata grazie alla vendita di Peres e Maksimovic (quasi 40 milioni di euro), volendo considerare la cifra ottenuta dalla cessione di Glik già spesa per il resto della rosa. Vorrà dire che tra gennaio e giugno ci saranno altri fuochi d’artificio.
Domanda non provocatoria. Puo qualcuno che non reputa Petrachi adatto spiegarmi il motivo? possibilmente senza inc…rsi? Sinceramente non lo capisco, ma forse mi sfugge qualcosa. Mi limito a due considerazioni: 1) Petrachi e’ il DS dal 2010; nel 2011 siamo tornati in A per restarci fino ad oggi; la squadra… Leggi il resto »
sarebbe anche ora di prendere un DS degno del ruolo
Senza l’intervento diretto del Mister molti dei giocatori presi quest’anno ce li scordavamo. Si è comportato come i manager inglesi intervenendo direttamente sul mercato (per ammissione degli stessi giocatori nuovi nelle interviste).