Vorrebbe dirla ma non può: eppure sarebbe bastato così poco per trasformare questa lotta al settimo posto in qualcosa di concreto

Da settimane, da quando la penalizzazione della Juve ha cambiato la classifica, il Toro si ritrova lì, a lotta per un ottavo posto (che chissà, potrebbe poi trasformarsi in settimo) in un saliscendi di risultati che però non hanno mai allontanato davvero la squadra di Juric da chi lotta per l’ultimo posto utile per accedere all’Europa. Europa: la parola che l’allenatore croato vorrebbe pronunciare. Non perché abbia nel frattempo cambiato idea rispetto a certe dichiarazioni – ci sono squadre più attrezzate del Toro alle spalle dei granata, secondo Juric, a partire dalla Fiorentina – ma perché significherebbe allenare una squadra che ha un preciso obiettivo: una squadra che insegue un vero traguardo e che non vivacchia.
Europa, la parola che l’allenatore non può pronunciare. Non per mancanza di ambizione, di quella ne avrebbe da vendere, ma quasi per non spezzare l’incantesimo, quello di un gruppo che non può dirsi costruito per il settimo posto – il mercato parla chiaro – ma che sa di non avere niente da perdere e che è capace di rialzarsi dopo aver preso schiaffi. Questo distingue l’attuale Toro da quelli precedenti: nessun tracollo dopo certe sconfitte, la capacità di saper soffrire come accaduto proprio contro Bologna e – in misura minore – Lecce. Vorrebbe dirlo Juric tutti i giorni cosa pensa del settimo posto: che sarebbe bastato così poco per poterla urlare, quella parola.

Ivan Juric
Ivan Juric
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ultimo aggiornamento: 13-03-2023