I numeri dicono di no: tre dei sei gol che il Toro ha segnato portano la sua firma. E se l’alternativa è Seck…

Nell’amara serata in cui i tifosi hanno dovuto digerire prima il grave infortunio di Schuurs e poi i tre gol rifilati dall’Inter, oltretutto in uno stadio per almeno il 40% nerazzurro (tanto che il “chi non salta milanista è” è diventato il coro principale nel finale di partita) l’unica certezza è che per uscire da questo tunnel serva quella benedetta qualità di cui Juric in primis parla spesso per spiegare il momento negativo. Come ha fatto anche ieri sera nella sua analisi: la qualità che avrebbe impedito (forse) alla squadra di Inzaghi di segnare così agevolmente il primo gol (Thuram tutto solo in area, dimenticato da chiunque) e pure il secondo (Tameze che pure ha dato il 100% non è un difensore). Allora è lecito chiedersi, pur rispettando le scelte spesso dettate da situazioni interne allo spogliatoio e quindi ai più sconosciute, perché il Torino abbia consapevolmente scelto di rinunciare a Radonjic. Motivi disciplinari? Sembrerebbe di sì. Che spreco però tenere in panchina il giocatore che in questo inizio di stagione ha segnato il 50% dei gol della sua squadra. Tre reti sulle sei che il Toro ha messo a segno in nove partite. Uno da tre punti col Genoa, poi la doppietta a Salerno, mentre gli altri sono di Schuurs, di Buongiorno, e di Zapata, ovvero di tre giocatori ad oggi infortunati. Radonjic sta bene fisicamente? E allora che giochi. Ha fatto qualcosa di imperdonabile? Allora qualcuno lo dica e chiarisca l’equivoco: ci metteremmo tutti il cuore in pace sapendo che in questo Torino l’antidoto al digiuno da gol si chiama Demba Seck, 31 presenze in Serie A, zero gol. Che bella prospettiva.

Nemanja Radonjic
Nemanja Radonjic
TAG:
home

ultimo aggiornamento: 22-10-2023