Dolore e sopraffazione: giusta la scelta di fermarsi di fronte ad una tragedia, quella di Davide Astori, che ha segnato lo sport e fermato la Serie A

Doveroso fermarsi, fare silenzio e ricordare. La morte di Davide Astori ha scombussolato un mondo del calcio troppo spesso carico di tensioni e polemiche. Lo spettacolo non doveva e non poteva continuare, non con un tale groppo in gola: la decisione di non giocare ha messo d’accordo tutti, a partire dai tifosi che hanno mostrato da subito – così come chi ha conosciuto il capitano della Fiorentina – commozione e partecipazione. Ragazzo gentile, sorridente, leale: la pioggia di messaggi di chi lo ha amato non può mentire. Davide Astori si è dimostrato Capitano anche dopo averci lasciato.

Da Udine a Crotone, da Milano a Torino: “La Maratona senza parole, uniti al vostro dolore, Ciao Capitano”. Senza parole è rimasto anche chi di tragedie purtroppo se ne intende, chi ha salutato troppo presto Gigi Meroni, appena ventiquattrenne o l’ancor giovane capitano dei capitani, Giorgio Ferrini, che di anni ne aveva appena 37. Senza parole come quando in silenzio, di fronte alla lapide dedicata al Grande Torino, si aspetta solo che il vento faccia una carezza in grado di alleviare il dolore.