Maratona concentrata solo sulla contestazione; cori contro Cairo e Vagnati, nessuno per i calciatori, fischiati poi a fine partita

Tre mesi fa, nella prima grande contestazione della stagione – subito dopo la cessione di Bellanova – il messaggio era chiaro. Protestare contro la società ma sostenere la squadra, reduce in quel momento dal pari di San Siro contro il Milan, in un momento di fiducia nei confronti di un gruppo allenato da un allenatore da subito entrato in sintonia con i tifosi. Tre mesi fa il Toro doveva ancora andare su e giù, su quelle montagne russe che prima hanno portato i granata in alto e poi, dopo una serie di risultati negativi, di nuovo nel solito limbo. Tre mesi fa c’era ancora chi nutriva qualche speranza, oggi invece – anche per il momento negativo attraversato dalla squadra – la situazione è decisamente peggiorata. Tanto che l’attenzione della tifoseria più calda, quella che ieri ha protestato, lasciando il settore più caldo della Maratona vuoto per 45 minuti, è ora rivolta del tutto sulle questioni societarie. Cori contro Cairo, cori contro Vagnati. Cori per chiedere la cessione della società. Nessuna attenzione a quel poco che accadeva in campo. Nemmeno al gol di Masina, nemmeno quando a turno i giocatori provano a caricare quella Curva. Focalizzati sull’obiettivo, far sentire al presidente Cairo tutta la crescente disapprovazione. Difficile che possa esserci un riavvicinamento tra le parti o che, come si augurava qualche tempo fa il presidente Cairo, si possa ricucire. Piuttosto sembra essere questo un punto di non ritorno: solo una vera svolta, in un senso o nell’altro, potrebbe far ripartire il Toro.

Valentino Lazaro
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ultimo aggiornamento: 25-11-2024