Al Franchi Ribéry ha confermato la bontà della scelta della Fiorentina: scelta che il presidente Cairo aveva bollato come mediatica, salvo poi ritrattare

Più per limiti e difetti altrui che per meriti propri, il Torino si avvicina al deprimente traguardo della salvezza, ringraziando il Genoa (…) che ha di fatto dato il colpo di grazia al Lecce. Ma al Franchi di Firenze la prestazione granata è l’ennesima brutta figura di una stagione da chiudere il prima possibile, con la rabbia dei tifosi che monta e la tristezza per un’altra annata gettata al vento. Tuttavia una lezione (un’altra, tra le tante) arriva ugualmente dal capitombolo contro i viola: Il Toro paga la mancanza di qualità, specialmente in mezzo al campo. E i piedi buoni, uniti al cervello veloce e alla classe, non hanno età, specialmente in un campionato compassato e con mediamente scarso talento come il nostro. Ecco allora che Ribéry, contro i granata incartati e impauriti, è salito sul pulpito del Franchi per predicare calcio, ciò che ha fatto per una carriera dorata e che continua a fare quando il fisico glielo consente.

Che le parole del presidente Cairo pronunciate ad agosto sarebbero diventate un boomerang era quasi una certezza, solo una questione di tempo: è quello che avrà pensato la maggior parte dei tifosi del Toro una volta lette o sentite le parole del patron granata sul fenomeno francese. (“Ribéry? Avremmo potuto prenderlo anche noi, ma non è il tipo di giocatore che avrei voluto per rafforzare questa squadra. I colpi mediatici li ho fatti anche io in passato, nel 2008 ho preso Recoba”). Talmente facile è adesso attaccarsi a questa sparata estiva, poi ritrattata a ottobre (“Ho cambiato idea”) che non è nostra intenzione infierire (al massimo potrebbe magari risentirsi Ribéry per essere stato paragonato a Recoba, ma questa è altra storia). Ma il punto della questione semmai è un altro: constatare la mancanza di giocatori granata in grado di fare davvero la differenza con una giocata, con un guizzo, dettando l’ultimo passaggio. Caratteristiche che non si trovano così facilmente e che non possono essere misurate dalla carta di identità, ma piuttosto dalle motivazioni, dall’energia, dalla voglia di essere determinanti, dal non essere mai sazi, tutte caratteristiche che un campione come Ribéry ha dimostrato di possedere. Quella qualità che al Toro, in tutta questa disgraziata stagione, avrebbe fatto comodo. Eccome.

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ultimo aggiornamento: 20-07-2020


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Giankjc (più Toro e meno guinzagli&collari)

Ogni volta che apre quell’altoforno di minkiate c’è di che rabbrividire… o sbellicarsi.
Dichiarazioni proferite, tra l’altro, da uno che ha collezionato decine e decine di ciofeche durante i suoi accattonaggi in campagna acquisti.

pennina
4 anni fa

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ale_maroon79
4 anni fa

Sì vabbè, parlare col senno di un anno dopo lascia il tempo che trova. A maggior ragione ora, che bisogna pensare al prossimo mercato, altro che agli acquisti “mancati” della stagione che fu. E io francamente, di ex campioni a noleggio, troppo annoiati per appendere gli scarpini, non ne voglio… Leggi il resto »

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