La squadra assomiglia sempre di più a Sinisa Mihajlovic: è la mentalità a fare la differenza
Raccontavano che all’ora di pranzo si gioca peggio e che le squadre forti si affrontano facendole prima non giocare e poi, eventualmente, colpendole. Torino-Roma ha minato le certezze di tutti: si può vincere giocando bene, si può rischiare, si può dominare contro una “grande” e si può non essere beffati all’ultimo secondo. Il Toro è uscito dal torpore delle ultime settimane (e degli ultimi mesi) sfoderando una prova che per molto tempo resterà negli occhi e nel cuore di tifosi e addetti ai lavori. È come se ieri fosse scoccata la scintilla tra la squadra e i suoi tifosi: i meno convinti sono increduli mentre chi dal primo momento aveva sostenuto la candidatura di Mihajlovic ora se la ride.
Difficile dire se sia la volta buona, se il Toro sfilacciato di Milano, quello svogliato di Bergamo o quello mezzo addormentato di domenica scorsa contro l’Empoli potranno essere messi definitivamente in soffitta. Ma certamente di buono c’è tutto, nella vittoria di ieri contro la Roma. In primis la mentalità: mai visto di recente un Toro che attacca a viso aperto una squadra potenzialmente molto più forte, un Toro che lotta, che corre, che gioca. Perché ha giocato bene il Toro: le parate di Hart al pronti-via hanno condizionato il risultato tanto quanto i gol di Belotti e Falque. Lo spagnolo, a proposito, è finalmente arrivato a Torino: se in campionato affrontasse solo le sue ex squadre potrebbe ambire al titolo di capocannoniere. Quello a cui Belotti mira, senza nascondersi: un diavolo in area di rigore, tanto che i paragoni con i miti del passato già si sprecano. Come si sprecano i complimenti: per i giovani Boyé e Barreca. La freschezza dei loro vent’anni e la fiducia di Mihajlovic sono un mix pazzesco: giocano i giovani se bravi, diceva il tecnico il giorno della sua presentazione. E meno male che la musica è cambiata.
Non è la prima volta, nell’era Cairo, che il Toro batte una “grande”: era accaduto con la Juve, con il Napoli, con l’Inter, con la Fiorentina e con la Lazio. Ma il successo sulla Roma non assomiglia a nessuno dei precedenti: non perché valga più di tre punti ma perché dà la dimensione di quello che il Toro avrebbe potuto fare e non ha mai fatto.
Forse non era vero neanche che le sconfitte aiutano a crescere: vedendo i sorrisi e gli abbracci a fine partita, osservando i volti felici dei tifosi sugli spalti, si ha come l’impressione che forse, una vittoria così serva un pochino di più di certe assurde sconfitte.
Ragazzi Joe Hart è un capo popolo, lo era ai citizens e lo diventerà qui e le prime avvisaglie si sono viste Domenica. Come ho già scritto ho rivisto il TORO che avevo conosciuto ed amato quando all’età di 7 anni ho iniziato ad amare i nostri colori era il… Leggi il resto »
Giusto al 100%, te non puoi capire quanto sono felice per quelli che all’arrivo di Mihajlović interpretarono le sue parole come un atto di ruffianeria verso i tifosi
La partita è stata bella e divertente e il risultato superbo, detto ciò non mi pare giusto nè corretto paragonare risultati di squadre e allenatori differenti (il vecchio dal nuovo Torine) sia nel bene che nel male…bravi nel loro entrambi gli allenatori. Indubbiamente più divertente e rischioso il gioco di… Leggi il resto »
Bravo!!!
Ciao a tutti, che rabbia domenica purtroppo non sono riuscito a vedere la partita: c’è un modo o un sito su cui poterla rivedere.
Grazie a tutti.