Il borsino granata: ecco chi sale e chi scende dopo la gara Torino-Milan

Verrebbe difficile credere che in due partite disputate nell’arco di quattro giorni la squadra che impone la propria supremazia per 150’ su 180’ complessivi racimoli appena un punto (ed una eliminazione dalla Coppa) se non fosse che è ciò che è realmente accaduto, per di più con uno spartito molto simile. Anzi, se possibile, peggiorativo nell’ultima sfida andata in scena al “Grande Torino” laddove il Toro è riuscito nell’impresa di dilapidare un doppio vantaggio e un calcio di rigore che avrebbe significato 3-0 dopo appena mezzora e magari avrebbe potuto aprire le porte ad una goleada. E invece il Milan si conferma autentica bestia nera, ancora una volta ha segnato due gol ad inizio ripresa e ancora una volta è riuscito a riprendere un Torino in doppio vantaggio come accaduto nel settembre 2013 (anche in quella circostanza il pari rossonero arrivò su rigore).

Eppure il denominatore comune in questa serie di eventi non è la bravura o la tecnica dei rossoneri e nemmeno la loro caparbietà bensì l’incredibile masochismo dei granata nel farsi rimontare sempre per una questione di testa, di personalità, di poca convinzione, quasi di paura di vincere e di dimostrare che si è più forti di un avversario più blasonato.

Le parole e l’evidente delusione di Mihajlovic a fine partita manifestavano apertamente tutta la voglia di vincere che non è stato in grado di trasmettere ai propri giocatori e l’imbarazzo per non essere riuscito nel proposito che si era dato subito dopo la partita di giovedì, ovvero di risolvere il problema della gestione del risultato nella ripresa. E sì, perché al di là delle partite contro il Milan, la differenza di rendimento tra i due tempi resta il nodo principale di questa stagione che il Torino rischia seriamente di archiviare come incompiuta. Un rischio che difficilmente potrà correggere il singolo giocatore arrivato nel mercato di riparazione, probabilmente inciderebbe maggiormente un mental coach…

CHI SALE:

MORETTI un’ulteriore conferma per il veterano difensore granata dopo le ultime positive uscite. Onnipresente in difesa, ordinato e ringhioso nelle chiusure e negli anticipi aerei. Non fa rimpiangere Castan.

HART partita sopra le righe per il portiere inglese che risponde da campione su tiri dalla distanza (Suso) e ravvicinati (Bertolacci, Bacca, Paletta). Dispensa sicurezza anche nelle uscite e quasi gli riescono pure i miracoli…

BENASSI come nelle giornate migliori, il centrocampista ex Inter abbina quantità e qualità alla sua prestazione. Offre un perfetto filtrante in area per Belotti, va a segno con un coraggioso colpo di tacco portando i compagni al doppio vantaggio. Chiude con ottime scelte di tempo in fase di interdizione anche se cala di intensità nella ripresa.

FALQUE era in dubbio alla vigilia a causa di una forte contusione ma a conti fatti si rivela decisivo con le sue giocate con le quali apre la difesa rossonera propiziando il primo gol e facendo quasi sempre la cosa giusta tranne quando ha l’occasione del 3-1 ma indugia un po’ troppo.

STABILI:

BARRECA dopo qualche battuta a vuoto, torna ad essere tra i più positivi sebbene non ai livelli migliori a cui ci aveva abituati. Grande merito nella percussione con la quale si procura il rigore, per il resto è inevitabile qualche grattacapo nel contenere le iniziative di Suso e Abate ma sbaglia poco col pallone tra i piedi.

ZAPPACOSTA più guardingo del solito, limita tantissimo le sue sortite in avanti e quando lo fa tergiversa, come spesso accade, un po’ troppo prima di decidere cosa fare. Preoccupato da Bonaventura (sul quale rischia anche un penalty), non demerita in fase di contenimento ed ha la meglio pure su Niang nel finale.

BELOTTI ci sarebbe da scrivere intere pagine per raccontare di questo straordinario giocatore. La media gol è quasi solo un dettaglio, come la regolarità nel segnare a qualsiasi avversario e in ogni modo possibile. Ma è il suo temperamento, il suo gioco a tutto campo, il modo in cui porta avanti e difende il pallone a renderlo unico ed a farne il simbolo del Toro. La sua generosità gli farà saltare la prossima partita per squalifica ma questo Gallo non può proprio scendere!

OBI partenza a razzo nella quale per poco non trova pure un gol fortunoso su rinvio di Paletta, poi si immola su tiro di Suso dalla parte opposta del campo e costruisce l’azione del raddoppio granata. Nella ripresa cala come tutta la squadra e commette una sciocchezza che potrebbe costar cara. Comunque è alla terza partita consecutiva da titolare, non era mai successo finora.

LUKIC entra nel momento più difficile, con il Toro sulle ginocchia per la seconda rimonta subita in pochi giorni ed ha il merito di rialzare il baricentro della squadra giocando con grinta e personalità. Recupera e gestisce bene diversi palloni salvo perderne uno “sanguinoso” a centrocampo.

VALDIFIORI agisce in posizione troppo arretrata, non trova i tempi della giocata come altre volte e resta un po’ ai margini nella costruzione dell’importante vantaggio. E’ certamente più prezioso nella lettura delle trame altrui che intercetta con regolarità fino al calo e finché non si fa male.

LJAJIC stavolta non è il calciatore abulico e indolente di qualche partita fa ed anzi si mette in luce con qualche bella giocata ed un paio di conclusioni pericolose. Nella seconda parte di ripresa svaria su tutto il fronte d’attacco ma non riesce a risultare decisivo in positivo ed anzi il suo errore dal dischetto è esiziale.

CHI SCENDE:

ITURBE quando entra dovrebbe essere quello più fresco, colui che dovrebbe regalare la famosa marcia in più ed invece sbaglia tutto, movimenti e una quantità inenarrabile di passaggi, dimostrando di essere lontano dalla migliore condizione.

ROSSETTINI getta alle ortiche tutti i progressi fatti nelle ultime settimane con un fallo da rigore tanto inutile quanto sciagurato su Paletta. Fin lì non aveva demeritato, aveva presidiato la propria area con giudizio e reso innocuo Bacca. Ma quell’amnesia che condanna i granata costituisce una prova di inaffidabilità.