Il borsino di Carlo Quaranta dopo Torino-Napoli: ecco chi sale e chi scende nella partita giocata domenica scorsa contro la squadra di Ancelotti

Che non fosse consentito avere un approccio molle contro squadre più attrezzate lo si sarebbe dovuto capire già dalla partita contro l’Inter (seconda giornata). Evidentemente la lezione non è stata ancora recepita, forse perché contro i nerazzurri riuscì l’impresa di raddrizzare la partita con un secondo tempo super. Tuttavia c’è più di qualcosa su cui interrogarsi all’indomani della sconfitta interna contro il Napoli di Carlo Ancelotti che per almeno metà primo tempo ha imperversato mettendo a ferro e fuoco difesa e centrocampo granata.

La slegatura tra i reparti è il primo elemento tattico sul quale Mazzarri e il suo staff dovranno lavorare per capire quanto abbiano inciso le amnesie dei singoli e quanto invece non sia stata adeguatamente preparata la partita che ha preso una brutta piega sin dalle prime battute: la difesa è andata subito in difficoltà costantemente pressata dai quattro attaccanti schierati da Ancelotti nel 4-2-4 camuffato, gli esperti N’Koulou e Moretti hanno sofferto immediatamente e confezionato con una buona dose di sfortuna il primo gol di Insigne; il centrocampo con Baselli e Rincon costantemente tagliati dalle trame ospiti hanno opposto la stessa resistenza di fuscelli al vento e lo stesso Meité ha faticato a trovare posizione e giocate sotto gli occhi di osservatori francesi che hanno travalicato le Alpi per conto del CT Deschamps; gli esterni subito e costantemente cambiati di posizione sono stati ulteriormente confusi e ci hanno capito pochissimo rientrando tra i responsabili più “attivi” dei gol subiti e delle azioni pericolose degli avversari; né dei loro cross (pressoché assenti) hanno potuto beneficiare i volenterosi e nulla più Belotti e Zaza sempre più doppioni e ancora lontani da una minima intesa non solo nei dialoghi (probabilmente una chimera) ma anche nei movimenti.

Se è vero che è ancora presto per trarre delle conclusioni, soprattutto all’indomani della sfida quasi proibitiva contro il Napoli, non ci sembra tuttavia inopportuno affermare che le due trasferte ravvicinate contro Atalanta e Chievo Verona daranno delle indicazioni decisive, non solo per i risultati, per quanto riguarda il prosieguo della stagione. Nella speranza che questa sia più lunga delle precedenti…

STABILI:

SIRIGU         con una grande parata su colpo di testa ravvicinato di Koulibaly e qualche altro intervento meno impegnativo riesce a limitare il passivo. Sulle fucilate da pochi metri di Insigne e Verdi non può fare nulla.

BELOTTI          se sei un bomber e trasformi un calcio di rigore non fai notizia così come se sei un capitano e ti presenti davanti ai microfoni mettendoci la faccia in un momento difficile. Tuttavia Andrea ha comunque fatto due cose non scontate (così come chiedere scusa ai tifosi) e per tutto il lavoro fatto in campo è stato uno dei pochi a salvarsi.

SORIANO        pur non essendo al meglio e giocando solo l’ultima mezzora a risultato già compromesso fa vedere qualcosa di positivo a centrocampo laddove anticipa e prova ad impostare e in avanti con inserimenti ficcanti. A Bergamo probabilmente giocherà titolare.

RINCON         partita senza sostanza, dovrebbe essere l’uomo ovunque mentre è quello più smarrito nei primi 45’ tanto che Mazzarri lo toglie dalla posizione di playmaker e lo sposta a mezzala dove qualcosa di buono la fa (vedi un paio di inserimenti e l’assist a Berenguer che porta al penalty).

BERENGUER        assolutamente inadeguato in fase difensiva, non contiene né Insigne né Verdi (che gli sfugge sul gol) ed è corresponsabile sul terzo gol. Un disastro su cross e palle inattive, ha il merito di conquistare il rigore, di metterci volontà e di provare a creare qualcosa ma deve migliorare nell’ultimo tocco.

CHI SCENDE:

MEITE’        tra i centrocampisti granata è colui che si oppone di più, con personalità ma senza la consueta efficacia. Nella ripresa viene spostato in posizione di playmaker ma gli viene risparmiata l’ultima mezzora in vista della partita di Bergamo. Un piccolo passo indietro.

BASELLI          delude le aspettative ed esce tra i fischi del Grande Torino a pochi minuti dalla fine, segno che il centrocampista bresciano non ha reso per quelle che sono le sue possibilità: inizia male (come tutti), un po’ meglio quando passa in posizione centrale e smista bene il gioco. Ma è troppo poco, rischia il posto.

ZAZA        prima da titolare per l’attaccante lucano: la sua prestazione però, pur con tante attenuanti di condizione e botte subite, rappresenta la conferma che scende in campo più per cause di forza maggiore che per altro. Un discreto tentativo di tiro in porta e una buona sponda ma c’è ancora tanto da lavorare per affinare meccanismi là davanti.

N’KOULOU         anche lui commette errori e se sul primo gol è sfortunato e successivamente è anche bravo a non fare fallo su Mertens in area, in altri frangenti sembra lontano parente del difensore ammirato lo scorso anno. Non ha la stessa velocità di pensiero e di azione.

IZZO        al contrario dei suoi compagni ha un avvio positivo, salva persino un gol sulla conclusione a botta sicura di Verdi e fa sentire la sua presenza ad Insigne e co. Peccato che in quella fase non riceva supporto adeguato e che cali alla distanza fino a regalare il terzo gol che chiude il match.

MORETTI         la prestazione certamente inadeguata spicca considerato il suo standard abituale: a parte l’infortunio iniziale, denota alcune sbavature nei disimpegni ed è in ritardo nella chiusura su Callejon sull’azione del terzo gol. Errori non da lui ma da qui a farne il capro espiatorio della débacle…

AINA       se nelle precedenti occasioni aveva dimostrato le sue qualità che ne avevano giustificato l’acquisizione, contro il Napoli ha invece palesato tutti i suoi limiti e la sua inesperienza: poco in tutto, nel contenere, nelle sovrapposizioni, nei cross. Cambiato spesso di corsia ma inutilmente. Peggiore in campo.