Torna l’appuntamento con il Borsino di Carlo Quaranta, ecco chi sale e chi scende dopo Torino-Genoa 1-0 dello scorso giovedì
Il Torino è tornato ad essere cinico ma non agonisticamente cattivo e aggressivo come nelle giornate migliori. Ha vinto interrompendo la serie negativa di tre sconfitte consecutive regalando ai propri tifosi un periodo natalizio più sereno ma non ha convinto affatto, anzi nel primo tempo i granata hanno giocato maluccio, troppo contratti e solo per caso il vecchio Grifone non ne ha approfittato: sono stati bravi Rossettini, Zappacosta e Barreca a chiudere bene, con la collaborazione di Hart, su pericolosi attacchi rossoblu. Così come è stato bravo il Gallo Belotti – sempre più simbolo e trascina-toro – a trasformare in oro una punizione di Ljajic destinata tra le braccia di Lamanna ed a tenere sempre viva la squadra svegliandola con rincorse da centometrista, con recuperi caparbi, con controlli da campione. Un attaccante straordinario, universale, a tutto campo, un esempio, un simbolo appunto. Se non avesse già polverizzato il suo record personale di marcature in campionato (è già a quota tredici gol in meno di metà torneo!) il Toro non avrebbe potuto superare quello di punti realizzati (28, due in più della stagione 2013-14) e non potrebbe nemmeno immaginare di poter cullare ambizioni europee, già complicate considerato quanto corrono le squadre che lo precedono in classifica.
Ma così va il calcio, i granata hanno giocato così e così ed hanno vinto contro il Genoa anche se sul piano del gioco avevano fatto meglio nel derby uscendone tuttavia sconfitti. Ora, a salvezza già virtualmente acquisita, per potersi dare un obiettivo occorrerà rinforzarsi in sede di mercato con pedine utili confidando in un rallentamento altrui o cercando di difendere un onorevole ottavo posto ma puntando ad una crescita collettiva e individuale, seguendo l’esempio del Gallo.
CHI SALE:
BELOTTI realizza il gol decisivo con il killer instinct dell’attaccante di razza. Per questo non guarda in faccia nessuno, segna a chiunque e non è dipendente dal gioco del Toro ma viceversa. Campione autentico che non trascura nessun pallone in ogni zona del campo. Un anno da incorniciare che lo lancia nell’olimpo dei grandi.
ROSSETTINI con umiltà, nonostante i tanti anni di esperienza in serie A, si cala nella parte e risponde alle critiche risultando il migliore in campo assieme al Gallo e confermando di essere in netta crescita. Efficace sulle palle aeree e bravo in chiusura, lascia solo una chance a Simeone.
BARRECA in ripresa dopo le ultime opache prestazioni, è autore di un tiro radente il palo dai 25 metri e di altre buone incursioni. In difesa buoni recuperi in diagonale e un’ottima chiusura provvidenziale su Ninkovic.
VALDIFIORI gioca diversi palloni con la consueta calma e semplicità. Interrompe le azioni avversarie e imposta subito con un tocco la ripartenza, anche con pregevoli lanci. Talvolta sbaglia pure lui e nel primo tempo non ha vita facile in interdizione ma disputa complessivamente una buona gara.
LJAJIC non poteva fare peggio delle recenti uscite, si procura un paio di azioni in area per far male ma il meglio di sé lo dà quando fornisce invitanti assist a Zappacosta e compagni. E’ lui che si guadagna e batte la punizione da cui nasce il gol partita.
FALQUE vale lo stesso discorso fatto per Ljajic. Seppur a sprazzi, fa vedere qualche buona giocata, sfiora il gol con un tiro a giro e partecipa più attivamente alla manovra. Soprattutto si rende utile in fase difensiva chiudendo da difensore vero gli attaccanti rossoblu, Mihajlovic avrà certamente apprezzato.
HART dopo aver raccolto ben dieci palloni dalla rete nelle ultime tre partite, può festeggiare l’ultima partita del 2016 da imbattuto. Ed è anche merito suo se i tentativi di Cofie e Ninkovic non vanno a buon fine. Senza patemi nelle uscite alte.
STABILI:
ZAPPACOSTA meglio in difesa che in avanti. Dietro riesce più volte a chiudere egregiamente con ottime diagonali in area impedendo guai seri ad Hart. Si fa vedere bene anche in progressione ma al momento clou non sa che fare e spreca un’ottima iniziativa. Comunque conferma di aver trovato la titolarità del ruolo.
OBI a causa dei continui malanni fisici non ha 90’ nelle gambe. Mihajlovic prova a dargli fiducia dall’inizio anche per valutare il suo prosieguo di avventura in granata ma le risposte sono sempre a metà. Dimostra buona reattività ma non sempre massima attenzione e ciò lo penalizza.
BOYE’ in appena cinque minuti a disposizione non può far molto ma aiuta recuperando un buon pallone sulla trequarti ed armando una ripartenza interessante. Praticamente ciò che ha sempre fatto sin dalla prima uscita dimostrando che in questa squadra ci può stare da protagonista.
BASELLI escluso in partenza, non fatica ad entrare subito in partita ad un quarto d’ora dalla fine. Si fa trovare pronto sebbene sbagli la misura del passaggio e sprechi un’ottima possibilità dopo una progressione fin nell’area genoana.
CHI SCENDE:
BENASSI col freno a mano tirato. Gioca troppo basso, si oppone ai vari Laxalt e Rincon ma alla fine non si fa notare né per una partita da leone né per un’incursione valida o uno spunto degno di nota. Fine anno in discesa.
CASTAN anche per il difensore brasiliano l’ultimo mese, dopo tante partite convincenti, è stato deludente. Dopo le figuracce nel derby ed il turno di riposo a Napoli, contro il Genoa non è sereno tanto da commettere falli per interventi in ritardo ed in zone pericolose. L’augurio è che la pausa sia propizia per ricaricarlo.
ACQUAH non per quello che fa (pochissimo) negli ultimi dieci minuti nei quali viene impiegato per sostituire il capitano ma per il contributo complessivamente insufficiente offerto fin qui e per il fatto che ora, essendo impegnato in Coppa d’Africa, non potrà darne alcuno alla causa granata.