Torna “Il borsino” di Carlo Quaranta: chi sale e chi scende tra i giocatori del Toro dopo Sampdoria-Torino, con pochi alti e molti bassi

Il Toro conferma le difficoltà in trasferta ed al cospetto di una Samp molto motivata e dinamica perde partita e qualche certezza: contro squadre che la mettono sotto il piano della grinta, che chiudono bene le fasce, bloccano verticalizzazioni e ripartenze veloci bisogna essere ancora più lucidi e “cattivi” perché questo Toro non può permettersi di arrivare secondo sul pallone.  I granata vivono di pressing alto e la voglia ed il dinamismo dei vari Belotti, Ljajic, Falque, Boyé devono essere quanto più possibile vicini al top per rubare palloni sulla trequarti e creare pericoli ai portieri avversari. E nascondere le magagne difensive che ancora si ripetono sulle palle inattive benché, una volta tanto, non si subiscono gol per vie aeree.

Invece nelle ultime partite, per una questione più mentale che fisica, queste qualità si sono ammirate solo a sprazzi, le vittorie contro Crotone e Chievo, ancorché faticose, hanno nascosto parzialmente i segnali di appannamento poi proseguiti nei 90’ di coppa contro il Pisa ed emersi definitivamente sotto forma di risultato negativo contro i doriani.
Si torna da Genova a mani vuote ma non è tutto da buttare se si traggono insegnamenti utili da questa partita che non ridimensiona i granata (né le ambizioni) che avrebbero potuto pareggiare senza rubare assolutamente nulla e se si recupera umiltà e voglia di dimostrare. Questa per l’ambiente Toro è la “settimana santa”, quella ideale per ritrovare quelle caratteristiche che tanto piacciono ai tifosi granata e che così brillantemente la squadra di Mihajlovic ha messo in luce nella maggior parte delle partite sin qui disputate.

CHI SALE:

M. LOPEZ         dà segni di vitalità ritrovata. A parte il bel gol di testa annullato per leggero fuorigioco, anche il buon lavoro di protezione e smistamento della palla. Una prestazione che segue quella già incoraggiante di Coppa Italia.

CAMPO, 4.12.16, Genova, stadio Luigi Ferraris, 15.a giornata di Serie A, SAMPDORIA-TORINO, nella foto: Adem Ljajic
CAMPO, 4.12.16, Genova, stadio Luigi Ferraris, 15.a giornata di Serie A, SAMPDORIA-TORINO, nella foto: Adem Ljajic

STABILI:

CASTAN       contro la società che lo aveva “scartato” in estate gioca come al solito, dimostra quanto vale andando ad anticipare gli avversari fin sulla trequarti, aiutando Rossettini nei raddoppi ed uscendo a testa alta con sicurezza ed ottimi disimpegni. Solo nel finale getta la spugna sul gol di Schick.
BASELLI        è uno dei granata più combattivi. Entra deciso sugli avversari, li segue fin nell’area di Hart, dimostra grinta e carattere e anche quando perde palla va subito a recuperarla. Prova anche il dribbling ed il tiro per cercare di smuovere le acque ma con poca fortuna.
VALDIFIORI          limitato dal controllo attento di B. Fernandes, non si alza troppo per dare suggerimenti agli attaccanti e qualche sporadico tentativo di verticalizzazione gli viene intercettato. Si limita a smistare e rintuzzare gli attacchi blucerchiati.
BELOTTI       mister cento milioni non è nella giornata giusta per dimostrare di valerli: frenato da continui raddoppi di marcatura, poco servito dai compagni, si deve procurare da solo qualche opportunità e quando ha il pallone giusto sulla testa è sbilanciato (e in offside). Appare stanco ed in leggero calo fisico.
FALQUE        alla fine dei conti è il granata più pericoloso ed incisivo in avanti. Il meglio di sé all’inizio dei due tempi: nel primo colpisce la traversa con un tiro di sinistro apparentemente innocuo, nel secondo taglia l’area con un assist al bacio per Ljajic. Non bene però nel pressing, Regini ha spesso la meglio.
HART       nemmeno per il portiere inglese è una giornata memorabile: spettatore per quasi tutto il match – a parte qualche uscita alta e i soliti disimpegni difficoltosi coi piedi – non è impeccabile sul secondo gol quando il tiro di Schick gli passa sotto le gambe.
LJAJIC       ha la possibilità di cambiare il corso della partita ma al perfetto movimento in profondità a dettare il passaggio a Falque segue un tiro troppo “pulito” che Puggioni disinnesca. Alterna finezze spettacolari a giocate controproducenti, figlie solo di testardaggine.
ZAPPACOSTA       non attentissimo in fase difensiva, è sovrastato da Quagliarella su un calcio d’angolo, non sempre è sufficientemente reattivo e regala nel finale una rimessa laterale che è il preludio al raddoppio blucerchiato. Meglio quando spinge e mette pericolosi palloni in area avversaria.
ROSSETTINI        con una provvidenziale spaccata salva la porta di Hart in avvio. Sembra il preludio ad una partita leonina ma a metà primo tempo prende un’ammonizione che ne limita gli ardori e ne aumenta la prudenza. Non arriva in tempo a contrastare Barreto sul primo gol e perde metri nel finale.

CHI SCENDE:

BENASSI         si fa sentire la mancanza delle incursioni del capitano che sta attraversando una fase di leggero appannamento. In difficoltà e poco reattivo in fase difensiva e poco ispirato nel complesso, non sopperisce nemmeno con la grinta ed il carattere. Nel derby ci si aspetta ben altro contributo, deve essere il primo a dare l’esempio.
BARRECA       inceppato. E’ costretto ad una partita di sofferenza su Pereira, non riesce mai a salire ed a rendersi pericoloso sulla sua fascia tanto che da quella parte non si sviluppano mai azioni pericolose né parte alcun traversone. In più perde Barreto sul primo gol ed appare molle in più di una circostanza.