Ecco chi sale e chi scende dopo la sfida tra l’Empoli e il Torino, gara che i granata di Juric hanno vinto 1-3
Il Gallo tocca quota 100 ma non deve assolutamente andare in pensione. Questo il messaggio che giunge dalla sofferta vittoria di Empoli risolta dal capitano granata, subentrato ad appena 20’ dalla fine, con una tripletta che gli permette di festeggiare i 100 gol tondi tondi col Torino e di entrare così definitivamente ed a pieno titolo nella Storia di questo grande club tra i giocatori più rappresentativi, collocandosi al secondo posto assoluto dietro soltanto al mito Pulici. La storia di questo bravo ragazzo col Toro è iniziata sette anni fa (la crisi dunque oggi ci sta!) quando Cairo lo acquistò dal Palermo per circa 8 milioni su consiglio di Ventura e già nel primo anno, dopo un inizio in sordina ed una fisiologica fase di ambientamento, siglò 12 reti scendendo in campo 35 volte. Da lì non si è più fermato ed ha sancito un amore corrisposto con la gente del Toro con numeri impressionanti e soprattutto con un comportamento esemplare: ha disputato 229 partite realizzando almeno 10 gol a stagione, dimostrando costanza di rendimento e attaccamento alla maglia senza farne argomento retorico e suggellando nel tempo tale legame con la fascia di capitano indossata per la prima volta il 5 marzo 2017 quando contro la sua ex squadra realizzò una delle quattro triplette in carriera (in appena 7’).
Domenica scorsa invece ha segnato tre gol da subentrante e oltre a raggiungere i cento gol e scavalcare Graziani nella classifica all time della Storia granata ha eguagliato altri 4 giocatori (Anastasi, Boateng, Ilicic e Cornelius) in questa speciale statistica del campionato italiano. Da centravanti del Torino ha esordito in Nazionale l’1 settembre 2016 grazie al suo mentore Ventura e con la maglia azzurra si è laureato campione europeo lo scorso 11 luglio nel mitico stadio di Wembley. Non è probabilmente un centravanti bello a vedersi stilisticamente ma è un giocatore generoso, lottatore caparbio che ha senz’altro incarnato al meglio uno spirito Toro che sembrava ormai annacquato coniugando sacrificio e risultati, segnando in tutti i modi possibili (mitiche le sue rovesciate al Sassuolo!) e contribuendo in maniera determinante a riportare la squadra ai preliminari di Europa League e poi a salvarla in due annate disastrose. Anche gli infortuni si sono messi di mezzo (quest’anno in particolar modo ha racimolato appena 19 presenze) ma è sempre tornato ad assumersi le proprie responsabilità, in silenzio, da capitano vero. E da capitano vero, più che degnamente, tornerà domani a Superga a leggere i nomi degli Invincibili con il consueto orgoglio, pur con un contratto in scadenza (dopo aver già rinnovato due volte). Sì, potrebbe essere davvero l’ultima volta ma la passione dei tifosi ed i brividi che la lettura di quei nomi comporta magari potrebbero trasformarsi in energia granata pura e, chissà, indurlo a passare anche lui in qualche modo nel mito sebbene non abbia avuto la possibilità di giocare in una squadra vincente. Ma il valore di un legame trascende i periodi e le fortune ed è bello pensare che il traguardo di quota 100 in granata raggiunto proprio per questa data non sia stato casuale.
Empoli-Torino 1-3: chi sale
BELOTTI torna dopo l’ennesimo infortunio stagionale subentrando a 20’ dalla fine. Gli sono sufficienti
per realizzare una tripletta, cambiare l’esito della partita, portarsi a casa il pallone e celebrare il traguardo dei 100 gol in maglia granata e il 4 maggio da capitano. Forse l’ultimo ma in ogni caso il popolo granata gli sarà per sempre grato.
RODRIGUEZ sempre preciso e puntuale a protezione dell’area e con chiusure in diagonale. Imposta con
pulizia e protegge bene la sua zona ed i compagni nei raddoppi di marcatura. Forse avrebbe potuto osare di più in fase offensiva ma è solido.
BUONGIORNO chiamato al difficile compito di sostituire Bremer al centro della difesa se la cava
mantenendo bene la posizione e chiudendo efficacemente di fisico alcune situazioni sebbene non sia
all’altezza del brasiliano nell’uno contro uno.
ANSALDI non avendo più il ritmo partita per 90’, Juric lo manda in campo quando il Toro è in difficoltà
per provare a sfruttare le sue qualità. E difatti, dopo un paio di cross imprecisi sul secondo palo, prova la
conclusione personale volante che frutta il controverso rigore del pareggio.
Empoli-Torino 1-3: gli stabili
POBEGA come al solito la sua presenza conferisce dinamismo al centrocampo granata e le sue incursioni preoccupano le difese avversarie. Prova il sinistro per due volte nella speranza di tornare al gol che manca da dicembre. Bene nel contenimento di Verre.
PELLEGRI alla sua prima da titolare in maglia granata appare molto determinato, combattivo e volitivo.
In area avversaria lotta, scardina palloni insperati e cerca di creare grattacapi. Non ha grandi occasioni, suo malgrado causa la prima espulsione azzurra. Ancora grezzo tecnicamente, con ampi margini di crescita.
SINGO disputa un buon primo tempo in fase difensiva, chiudendo bene ripartenze avversarie e
intervenendo spesso di testa in area di rigore. Meno bene in fase offensiva (sbatte spesso sull’avversario) e nella ripresa fino alla sostituzione.
PRAET non è certamente scintillante come nella partita precedente, né si può pretendere che sia sempre così decisivo. Interpreta le varie fasi della partita, allargandosi o rientrando (ma è in ritardo su Zurkowski sul gol) e fornendo qualche assist al centro nel finale.
RICCI entra a partita in corso in quello che fino a qualche mese fa è stato il suo stadio e laddove
probabilmente sperava di giocare dall’inizio. Col suo ingresso dà le giuste geometrie per sfruttare la
superiorità e un suo tiro regala il secondo penalty.
SECK anche lui subentra negli ultimi 20’ per provare a sfruttare la superiorità numerica alzando il
baricentro rispetto a Singo. Nel finale è protagonista di eccesso di altruismo tentando di servire Belotti a
centro area ma non è precisissimo.
BREKALO l’assist per il terzo gol (centesimo in totale in granata) del Gallo nel finale salva parzialmente
la sua prestazione insufficiente in linea con le ultime. Un campionario di palloni mal dosati, scelte di tempi errate e lunghe pause. Sembra smarrito ma le sue qualità sono note.
DJIDJI titolare dall’inizio non commette errori grossolani come a Bergamo ma è molto approssimativo e
molle nel cercare di contrastare Zurkowski in occasione del gol, è messo in difficoltà da Di Francesco e nel finale corre pure qualche rischio in area su Lamantia.
Empoli-Torino 1-3: chi scende
LUKIC al di là dell’ammonizione severa e della conseguente squalifica, non è comunque sui livelli delle
precedenti gare. Qualche buona iniziativa, uno slalom da numero 10, ma troppa fisicità e nervosismo
pregiudicano la sua gara.
VOJVODA passo indietro del kosovaro che gioca solo i primi 45’ facendo in tempo a distinguersi per
nervosismo (rimedia un giallo) e per approssimazione (perde un pallone che innesca un pericoloso
contropiede empolese).
BERISHA sul tiro di Zurkowski sarà stato pure parzialmente coperto ma avrebbe avuto il tempo di
arrivarci poiché il pallone non era particolarmente forte o angolato. Rischia pure di causare un rigore nel
finale.