Il borsino granata / Ecco chi sale e chi scende dopo la sconfitta del Torino col Napoli a causa del gol di Ruiz
Il Torino di Juric infrange la statistica stagionale. Dopo aver perso di misura tutte le partite contro le big nel girone di andata, infatti, i granata erano riusciti finora sempre ad impattare al ritorno contro le stesse in una sorta di par condicio che non scontentava nessuno (tranne i tifosi granata che ci terrebbero ad avere la soddisfazione di battere un’avversaria più blasonata).
Nella partita contro il Napoli il tecnico granata è stato costretto a rinunciare all’apporto del punto fermo Lukic a centrocampo e ad optare per una mediana di qualità con Mandragora e Ricci nella speranza di poter avere geometrie migliori e mettere in difficoltà i partenopei attraverso una manovra più fluida soprattutto in fase di ripartenza. Le intenzioni, tuttavia, non sono state corroborate dai fatti e i partenopei hanno avuto in mano il pallino del gioco con un possesso palla del 58% e prendendo gradualmente il sopravvento. Evidentemente l’assenza di Lukic si è fatta sentire e le cose non sono migliorate con l’ingresso in campo di Pobega (il quale possiede caratteristiche più da incontrista) il quale anzi ha perso il pallone decisivo con Fabian Ruiz che ne ha approfittato per segnare il gol partita.
A parte la questione puramente statistica questa sconfitta non incide minimamente sulla classifica e sui responsi della stagione e i granata peraltro non hanno certamente demeritato nonostante possa essere più che legittimo un minimo di appagamento, di perdita di stimoli (che il Napoli aveva in misura senz’altro maggiore). Ci sta anche un po’ di stanchezza soprattutto da parte di chi ha tirato la carretta per tante partite e la scarsa vena dei trequartisti che non hanno regalato nemmeno un pallone giocabile a Belotti in area è un ulteriore indizio in tal senso.
Di questa sconfitta resta l’esperimento che non ha soddisfatto Juric e il torto indiretto ai cugini bianconeri in lotta per il terzo posto. E poi resta ancora l’ultima possibilità di poter regalare la gioia di battere una delle prime sette in classifica: all’ultima giornata al Grande Torino arriverà la Roma di Mourinho protagonista in Conference League, un obiettivo che magari i granata dovrebbero avere la possibilità di poter puntare fra un anno.
Torino-Napoli: chi sale
BERISHA attento nell’ordinaria amministrazione nel primo tempo, si supera parando in modo superbo il rigore ad Insigne e l’impressione è che senza la deviazione di Djidji avrebbe potuto evitare anche il gol.
RODRIGUEZ protagonista della solita partita diligente e ordinata indipendentemente dall’avversario. Pulito e pragmatico negli interventi, Lozano non è particolarmente ispirato e lui chiude pure su Di Lorenzo e Mertens all’occorrenza.
IZZO un’altra gara da giocatore vero ed utilissimo alla causa considerate anche le varie sbavature di Djidji. Si districa bene in disimpegno e contiene Insigne sul quale esegue un capolavoro in recupero salvando un gol sicuro. Gli può essere perdonato l’intervento in ritardo su Mertens che causa il penalty.
Torino-Napoli: stabili
BELOTTI ancora un volta è tra i migliori in campo, ha l’obiettivo di raggiungere per la settima volta consecutiva la doppia cifra e ci va vicino persino di nuca riuscendo a smarcarsi più volte da Koulibaly. Sempre più maturo.
VOJVODA molto attivo sulla corsia sinistra, stavolta limita gli errori e mette in mezzo alcuni palloni con i giri giusti. Ha buone idee (bella la scucchiaiata per Praet in area ad esempio) ma dà una mano anche a Rodriguez.
MANDRAGORA rientra dopo un mese di stop e, complice la squalifica di Lukic, viene provato in mediana con il giovane Ricci privilegiando la qualità alla quantità. Tuttavia la fase di costruzione non ne ha risentito particolarmente.
BREMER ritrova il suo posto al centro della difesa dopo una settimana di stop e per l’occasione ha un cliente ostico come Osimhen. Duello difficile per rapidità e prestanza fisica, il nigeriano lo mette in difficoltà anche con finte e giocate veloci.
LINETTY subentra anche lui a metà ripresa nel tentativo di dare qualcosa in più in fase creativa: si presenta subito con una bella verticalizzazione in area per Belotti, poi fa il suo.
BREKALO conferma di non essere particolarmente ispirato e stavolta è chiuso bene da Di Lorenzo e Anguissa. Benino nel disimpegno e nel palleggio in tandem con Vojvoda ma troppo poco per essere importante.
RICCI stavolta è preferito dall’inizio a Pobega anche per verificarne l’attitudine in partite dal coefficiente di difficoltà più alto ma in alcuni frangenti si complica la vita perdendo facili palloni. Si rifà con buoni recuperi al limite dell’area.
PRAET svolge il compito di pressare nella trequarti avversaria ma non recapita palloni importanti come altre volte. Si dà da fare ma non riesce ad incidere: ha una buona chance a centro area ma colpisce male.
ANSALDI Juric lo getta nella mischia per vedere di sopperire alle lacune nell’ultimo passaggio degli avanti granata ma nemmeno lui riesce a cambiare la rotta ed è protagonista solo di suggerimenti leggibili.
DJIDJI non commette errori grossolani nella circostanza anche se il suo zampino nel gol avversario lo mette pure stavolta deviando il tiro di Fabian Ruiz e spiazzando Berisha. Per il resto qualche buon disimpegno.
Torino-Napoli: chi scende
SINGO disputa una gara attenta in fase difensiva con giocate importanti come quella in anticipo su Mertens nella ripresa. fa anche qualche buon appoggio in avanti ma sciupa tutto con un’ammonizione totalmente inutile che lo terrà fuori a Verona.
POBEGA già non è nel suo periodo migliore e Juric gli preferisce Ricci (magari anche per ragioni strategiche), poi quando entra perde il pallone decisivo in uscita: Fabian Ruiz ringrazia e regala la vittoria al Napoli.